“Panzironi smetta di giocare con la vita delle persone”

Panzironi

Dopo le parole al vetriolo di dell’ex presidente dell’Iss Walter Ricciardi, oggi è Filippo Anelli presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici chirurghi e degli Odontoiatri (FNOMCeO) a intervenire sull’ultimo evento organizzato da Adriano Panzironi, il giornalista autore di “Life 120”, il regime alimentare e a base di integratori, da lui commercializzati, che promette di far vivere sino a 120 anni e di curare molte patologie.

“La tutela della salute dei cittadini da parte dello Stato passa anche attraverso un uso non distorto delle informazioni: per questo abbiamo subito segnalato l’evento ‘Life120live”, in programma a Roma il 30 giugno, alle autorità competenti. Non si può strumentalizzare la scienza medica per sostenere false speranze. Non si può giocare con la salute delle persone, specie se questo porta ad abbandonare le terapie per seguire un’illusione”.

“La scienza, e, nello specifico, la medicina, si fondano su analisi di dati validati da conferenze di consenso, che vedono attorno ad un tavolo i migliori esperti al mondo rispetto ad ogni singolo argomento. Il medico, in virtù del suo sapere acquisito attraverso percorsi formativi validati, è l’unico cui la legge riconosce le competenze per garantire, attraverso l’anamnesi, la diagnosi, la prescrizione e la terapia, la tutela della salute dei cittadini” continua Anelli.
“Questo ruolo non può essere improvvisato, né ricoperto se non da professionisti della salute, che hanno le competenze per curare con sicurezza ed efficacia – conclude Anelli -. Un ruolo talmente importante al punto che è ancora più grave quando è un medico a tradire il suo Giuramento e il suo Codice, sostenendo false notizie. Per questo abbiamo più volte segnalato le teorie e l’agire del giornalista Panzironi ai Nas e ai ministeri competenti e i colleghi medici che intervengono, a fini promozionali, nelle trasmissioni su canali di sua proprietà, agli Ordini d’iscrizione. Ora ci appelliamo ai cittadini, perché cum grano salis sappiano distinguere la relazione di cura con il proprio medico da facili e pericolose seduzioni, tanto più odiose quando giocano sulla fragilità che deriva dalla malattia”.