L’anno orribile del miele italiano, decimato dal clima (e dai pesticidi)

Addio miele italiano. Quest’anno sarà davvero difficile trovare prodotto italiano sugli scaffali e, di certo, non sarà facile acquistarlo a prezzi economici. Le condizioni meteorologiche particolarmente avverse di questa prima parte dell’anno, molto prolungate al nord, confermano il grave impatto del cambiamento climatico in atto che rende più intensi e frequenti gli eventi estremi, estremamente dannosi per l’apicoltura.

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Vento, temperature, piogge e purtroppo anche spopolamento delle famiglie di api a causa di avvelenamenti da fitofarmaci, sia al Nord sia, in forma ancor più grave, al Sud, hanno decimato la produzione. Ancora più imposta del passato alla concorrenza del miele d’importazione, di bassa qualità.

Diverse associazioni regionali di apicoltori hanno chiesto alla propria Regione una riunione per valutare la gravità della situazione e gli eventuali provvedimenti da prendere.
E l’Osservatorio miele ha pubblicato una vera e propria mappa della stagione mielistica nazionale. Vediamola.

Nord Ovest e Nord Est

la produzione di acacia sta andando molto male a fioritura praticamente ultimata. Restano residue piccole possibilità di recupero nelle aree di montagna, qualora si registri un rapido cambiamento in meglio delle condizioni meteorologiche.

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In diverse zone del Piemonte la produzione è nulla. In qualche zona di pianura le api hanno lavorato con risultati comunque molto scarsi.

Idem in Lombardia, In pianura rese da 0 a 5 kg/alveare, comunque sempre inferiori a 10 kg/alveare, in collina e in montagna non si è registrata alcuna produzione e si continua a nutrire le api.

Molto limitata la produzione di miele di acacia in Emilia-Romagna.
In molte zone del nord si è dovuto continuare a nutrire le api, sia pure con l’acacia in fiore, per l’impossibilità delle stesse di produrre e, addirittura, di nutrirsi.

Per le stesse cause di carattere meteorologico prima della fioritura dell’acacia non si è prodotto alcun altro miele.

Il danno è molto alto, anche se è presto per una quantificazione seria dello stesso.

Centro

La situazione è abbastanza analoga anche per il centro Italia. In alcune zone della Toscana (Livornese, Senese, Grossetano, Chianti Fiorentino) si sono prodotte quantità limitate di miele di Erica e di millefiori primaverile, mentre negli areali di media – alta collina non è stato prodotto niente e gli apicoltori sono stati costretti a nutrire le api.
Al momento si stima una perdita superiore al 70% di miele primaverile (acacia compresa).

Sud e Isole

Al Sud la situazione è leggermente migliore, ma a macchia di leopardo. Sta andando bene in Basilicata per miele di agrumi, soprattutto sulla costa ionica, e di miele di sulla. Anche in queste zone il maltempo, caratterizzato da sbalzi termici, basse temperature minime notturne, grandine, vento, pioggia, ha fortemente limitato la produzione di miele d’agrumi.

La sulla (leguminosa molto nettarifera) presenta una bella fioritura e in alcune zone sta rendendo bene.

Piuttosto critica la situazione in Campania, oltre ad avere azzerate le produzioni l’incessante pioggia e le forti escursioni termiche hanno portato le famiglie alla fame.

Produzioni scarse anche in Calabria anche se con differenze apprezzabili da zona a zona.

Analogamente in Sicilia, la bella fioritura degli agrumi è stata purtroppo ostacolata dal maltempo (specialmente per le minime notturne basse) con produzioni scarse e a macchia di leopardo che al massimo raggiungono i 15 kg/alveare.

In Puglia la fioritura degli agrumi è stata molto tardiva e funestata dalla grandine, con rese molto scarse. Il maltempo ha condizionato negativamente anche i raccolti di ciliegio, mentre il millefiori ora sta andando bene.

In Sardegna, a parte qualche zona, molto limitata, con discreta produzione, si stima una produzione in calo del 50%. Scarsa la produzione di miele di cardo, di asfodelo e di agrumi, anche se per questo miele il danno pare più limitato. Buona l’attesa per la produzione del miele di trifoglio.