Curcuma, dopo l’allarme epatite è il caso di rinunciare ai suoi benefici?

Di curcuma parliamo da giorni su questo giornale, grazie all’allarme che sta sconvolgendo il mercato degli integratori. Decine di confezioni ritirate per il rischio di far ammalare chi li consuma di epatite colestatica acuta non infettiva e non contagiosa. Addirittura un pool di medici e scienziati che sta cercando di capire da dove sia nata questa contaminazione.

Quello che si scopre, anche grazie a questo scandalo, è che la curcuma, sotto forma di radice, polvere o integratori, ha conquistato un mercato non trascurabile. Con ragione? È la domanda che ci facciamo nei Miti Alimentari di questa settimana.

La curcuma è una radice che mi intriga per il suo colore, ma anche per i suoi effetti che sembra possedere, ma credo sia tutto ancora da dimostrare

FALSO La curcuma è una pianta erbacea della famiglia delle Zingiberaceae, per questo motivo è parente anche dello zenzero, che ci arriva come spesso accade da paesi esotici come l’India o la Thailandia. Essendo una pianta erbacea, è la sua radice colorata in giallo, molto aromatica e ricca di molecole interessanti che ci torna utile per i suoi usi gastronomici, tessili e salutistici ed è usata largamente nel settore alimentare. La specie più interessante è la Curcuma longa che è nota nei paesi anglosassoni come “turmenico” mentre da altri è spesso indicata fra le spezie come lo “zafferano delle Indie”. Per chi spesso mangia curry, senape e alcuni formaggi, è proprio la curcuma che conferisce il caratteristico colore giallo a questi prodotti, ma il suo uso oltre che alimentare è anche tessile perchè colora vari tessuti di un forte giallo ocra. Il nome curcuma deriva dal sanscrito kum kuma e rappresenta uno degli ingredienti principali della tavola indiana. Si può utilizzare come polvere secca ricavata dalla radice grattugiata oppure si trova come estratti alcolici o come oli essenziali o addirittura come ingrediente utile per fare delle tisane calde. Addirittura la polvere di curcuma può essere applicata sulla pelle direttamente per averne dei reali benefici. I suoi effetti  sono in parte dimostrati dal suo largo uso nella medicina popolare indiana e asiatica, ma i vantaggi derivanti dal costante utilizzo oggi sono sovrastimati e questo spiega la presenza sul mercato di numerosi integratori a base di curcuma e di tanti prodotti alimentari arricchiti in questo ingrediente per le sue proprietà benefiche salutistiche e non solo per avere un colore brillante che suscita ad esempio l’effetto ”croccantezza”.

Le proprietà salutistiche della curcuma sono poco dimostrate scientificamente

FALSO La curcuma è ricca di diverse sostanze che appartengono alla famiglia della curcumina, che altro non sono che polifenoli come quelli presenti nell’olio extravergine di oliva oppure nel vino etc. La radice di curcuma contiene  fino al 7% di curcumina in peso, ma la sua natura chimica la rende poco assorbibile e quindi l’assorbimento intestinale richiede un aiuto. La curcumina è fra le sostanze che hanno dimostrato di possedere dei reali effetti salutistici e in India la dieta tradizionale porta a consumarne circa 100 mg al giorno sia pure come radice essiccata. La curcuma è una pianta ricca di antiossidanti, come lo sono tante altre fonti vegetali, è antiinfiammatoria, antidepressiva etc. In pratica, è un “Bignami” di azioni positive che per la verità svolgono altrettanto bene anche le verdure e la frutta dei nostri campi. Il colore giallo intenso della radice permette di colorare molti alimenti tanto da essere classificato il suo estratto come colorante alimentare con la sigla E100. Oggi l’industria degli alimenti vuole che si mangi prima con gli occhi e poi con il palato. Il colorante E100 può essere utilizzato negli alimenti senza superare taluni limiti per cui la curcuma è nei confetti o nella senape (300 mg per chilo), nel curry o nel tandoori fino a 500 mg per chilo o ancora nelle paste di pesce o di crostacei fino a 100 mg per chilo. È oramai accettato che la curcumina abbia un’azione anti-invecchiamento e antinfiammatoria, specie a livello delle giunture o nei casi di artrite reumatoide, e per renderla più utile di solito si abbina alla piperina da pepe nero, oppure si usano dei grassi per aiutarne il suo scarso assorbimento intestinale.

La curcumina è un prodotto naturale per cui non può dare effetti collaterali

FALSO La curcumina è un composto considerato tutto sommato sicuro, fino a 10-12 grammi al giorno non sembra creare problemi di sicurezza, ma occorre che il nostro organismo sopporti tali dosi che sono elevate e sostenibili solo per brevi periodi. L’effetto più evidente di un abuso di curcuma è la produzione di più bile e la contrazione della cistifellea, quindi chi soffre di calcoli alla colecisti sarebbe bene che non la usasse, ma si registrano anche effetti gastrici con nausea in un terzo di chi la usa spesso e a dosi magari eccessive, oppure provoca diarrea, o ancora casi di affaticamento respiratorio. Gli effetti  forse più strani sono quello coleretico e colagogo, perché stimola la secrezione biliare e il flusso biliare nell’intestino. Questo effetto indesiderato potrebbe essere una delle cause di epatite coleretiche dovute al coledoco che strozzandosi impedisce il flusso di bile e mettono in sofferenza il fegato. Un ulteriore aspetto da valutare è l’interferenza che la curcumina può dare nei pazienti trattati con farmaci anticoagulanti oltre a interferire nei processi di detossificazione epatica ad esempio dei farmaci dove in questo caso si ha un accumulo epatico di farmaci a livello epatico in chi usa molta curcumina.

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La curcumina non è un integratore antitumorale…

VERO/FALSO La curcumina è considerata da molti, uno dei migliori antitumorali di origine naturale, bisogna ricordare che gli integratori alimentari sono alimenti, hanno un’azione soprattutto preventiva e possono integrare delle deficienze per un lasso di tempo limitato e per specifiche motivazioni. Nel caso della curcumina ci sono varie evidenze sulla sua azione protettiva per i tumori prostatici benigni, inoltre aiuta a sopportare meglio la chemio o la radioterapia e a ritardarne la resistenza da parte del nostro organismo verso queste terapie. La curcumina come integratore alimentare supporta varie terapie farmacologiche migliorandone la loro efficacia. La sua azione antiossidante e antinfiammatoria è di certo una strada per ridurre le probabilità di sviluppare delle forme tumorali, ma tante altre sostanze svolgono questo compito preventivo e vanno considerati come antitumorali. È ben diverso da essere delle sostanze capaci di combattere i tumori una volta che si sono espressi dall’essere dei prodotti preventivi. Essere un antitumorale non significa che il suo utilizzo sia di guarire dai tumori quanto piuttosto che renda le condizioni di sviluppo meno adatte per sviluppare determinate forme tumorali.

Leggo di tanti ritiri di integratori basati su curcumina perché provocano delle epatiti. Allora sono contaminati da qualcuno dei virus che provocano l’epatite.

FALSO Come premesso vari prodotti a base di curcumina sono stati ritirati dal commercio perché correlati a forme di epatiti non infettive. Il termine “non infettiva” ci rassicura che il rischio non è di tipo biologico quindi non parliamo di prodotti infettati da virus. La produzione di questi integratori a base di curcumina avviene con l’estrazione dei principi attivi con dei solventi organici, poi seccati e infine usati come ingredienti insieme a varie altre molecole. Allora dove può essere il rischio? Si tratta di ingredienti spesso prodotti lontano da chi poi li commercializza per cui le radici potrebbero essere contaminate da composti indesiderati, oppure l’estrazione non è stata eseguita nel migliore dei modi, o ancora si usano delle radici non adatte che potrebbero contenere più terpeni che per il nostro organismo possono rappresentare un problema. Molti dei casi di epatiti colestatiche regrediscono semplicemente non usando i prodotti dei lotti a rischio, in altri casi se il danno è più esteso purtroppo è il fegato ad essere il primo bersaglio perché la strozzatura del coledoco crea una forma di riflusso delle bile in una direzione che non è quella solita e trova il fegato impreparato a questo riflusso biliare. Questi casi di epatiti potrebbero essere collegati a un abuso di questi integratori. Il primo suggerimento è di andare dal proprio medico di famiglia, anche se non ci sono sintomi evidenti, per essere rassicurati che questi integratori, come tutti gli altri integratori del resto, siano utili, necessari e non interferiscano con i medicinali che stiamo prendendo. Successivamente, se “curcumina deve essere che curcumina sia” ovvero, scegliamo i migliori prodotti che diano la maggiore sicurezza ed efficacia e con l’aiuto del medico “integriamo” gli integratori nel nostro stile di vita quotidiano.