Cartoni per la pizza al bisfenolo, gli spagnoli: “Li acquistiamo in Italia”

Il caso dei cartoni per la pizza contaminati da bisfenolo A continua ad agitare le acque, e non solo quelle dei consumatori italiani. A sollevarlo proprio il Salvagente che nel numero in edicola presenta le analisi su tre contenitori in carta, uno prodotto dall’italiana Liner e trovato privo di bisfenolo e due, invece, che hanno mostrato la cessione dell’interferente endocrino in quantità che sarebbero fuorilegge se solo questi materiali a contatto con gli alimenti fossero in plastica. In particolare quelli marchiati dalla spagnola Garcia de Pou e dalla tedesca Izmir.

Nel primo caso abbiamo trovato una migrazione di 179 ppb di bisfenolo, nel secondo 311 ppb, ossia più di tre e sei volte, rispettivamente, il limite tollerato per le “scatole” per la pizza in plastica, percui la Ue chiede di non superare i 50 ppb.

Purtroppo si può fare davvero poco, come abbiamo spiegato nel servizio, semplicemente perché l’Europa nel fissare severi limiti per il bisfenolo ha dimenticato proprio i cartoni. Eppure, se la sostanza è in grado di produrre anomalie riproduttive, cancro al seno e alla prostata, diabete e malattie cardiache, lo fa tanto se la pizza è contenuta in plastica che se è ospitata in un cartone.

La spiegazione di questa contaminazione è semplice, come ci hanno assicurato tutti gli esperti: il materiale con cui sono stati realizzati questi imballaggi è in carta riciclata. L’impiego del macero per i cartoni della pizza è vietato in Italia ma non in gran parte dei paesi europei e questo fa sì che chiunque possa comperare un cartone come quello tedesco o quello spagnolo.

L’inchiesta del Salvagente è arrivata in Spagna, alla Garcia de Pou, che ci ha inviato la nota che pubblichiamo.

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GARCIA DE POU: ACQUISTIAMO I CARTONI DALL’ITALIA

“In riferimento all’articolo dobbiamo dichiarare quanto segue:

  1. Garcia de Pou SA NON è il fabbricante del modello del cartone per la pizza che figura nel servizio.
  2. Il fabbricante di tale prodotto è l’azienda italiana Liner Italia International SpA citata sul Salvagente specificando che nelle prove non sono state rilevate tracce di bisfenolo A.
  3. Garcia de Pou SA dispone dell’attestato accreditativo rilasciato da Liner Italia International SpA in base al quale i prodotti che ci fornisce sono adatti a contatto diretto con gli alimenti, rispettando la normativa europea EU 1935/2004 ed Eu 2023/2006/EC, e rispettando il regolamento REACH sulla non presenza di SVHC (Substance of Very High Concern), essendo il BPA una delle sostanze incluse nell’elenco.
  4. I cartoni per la pizza forniti a Garcia de Pou Sa da Liner Liner Italia International SpA sono di pura cellulosa vergine al 100% nel loro strato interno, quello che è a contatto con gli alimenti.
  5. Garcia de Pou non distribuisce tale prodotto in Italia, essendo la vendita nulla nel 2019 e insignificante nel 2018 (400 euro) percui è completamente inesatta la seguente affermazione che riporta la pubblicazione: “vista la quantità di pizza d’asporto consumata nel nostro paese, abbiamo pochi dubbi che siano utilizzate dai nostri pizzaioli”.
  6. Garcia de Pou Sa dispone dei corrispondenti attestati accreditativi di tutto quanto sopra affermato e, allo scopo di tutelare la buona reputazione commerciale di cui gode, li mette a disposizione degli organismi, associazioni dei consumatori e/o professionisti che vogliano richiedercele.”

FATTI IN ITALIA SI, MA CON LE REGOLE SPAGNOLE

Il Salvagente, ovviamente ha contattato la Liner Italia che ha confermato di aver fabbricato i cartoni marchiati dalla Garcia de Pou. L’azienda ha spiegato al Salvagente che nei prodotti che realizza per l’Italia usa esclusivamente purissima cellulosa vergine come scrive sul retro di ogni scatola. Diverso è il discorso per quelli destinati all’estero dove si atteniene alle regole che eventualmente valgono nel paese di destinazione. In Spagna di regole ce ne sono davvero poche e di certo non escludono l’uso di carta riciclata nel contenitore.

Che questo possa significare la presenza di bisfenolo nel cartone e la cessione alla pizza è evidente dalle nostre analisi e, al contrario di quanto afferma la Garcia de Pou, nessun regolamento esclude la presenza dell’interferente endocrino nei cartoni della pizza. Purtroppo, aggiungiamo, questo materiale non deve neppure rispettare i tetti dei limiti di 50 ppb come abbiamo più volte spiegato.

È la stessa Liner Italia ad ammetterlo spiegando al Salvagente che nonostante il bisfenolo non sia normato in Europa, l’azienda fa analisi per ogni paese di destinazione e si attiene alla regolamentazione tedesca che prevede un tetto di 240 ppb di bisfenolo, non superando i 200 ppb, come dimostrano anche le analisi del Salvagente.

I cartoni non si vendono in Italia, come sembra di capire dalla nota della Garcia de Pou? Difficile davvero assicurarlo dato che sono presenti e venduti anche da Amazon Italia, dove chiunque – come ha fatto il Salvagente – può acquistarli.