“Le sta per aumentare la bolletta”: la truffa degli operatori pentiti

C’è poco da illudersi. I tentativi per truffarci non risparmiano nessuno e basta un momento di disattenzione, anche da parte dei più esperti, per cadere nelle trappole che ci tendono operatori senza scrupoli.
Quella che raccontiamo, non è frutto – come accade in genere – di una segnalazione dei nostri lettori. È frutto dell’esperienza di chi scrive, tra l’altro autore della guida del Salvagente “Le dieci truffe più pericolose” (gratuita in digitale cliccando QUI).
Prima di inserirla di diritto come undicesima nelle prossime edizioni, proviamo a ripercorla a beneficio di chi potrebbe caderci.

“Le aumenta il contratto”

Negli ultimi giorni vengo contattato più volte da una finta operatrice Vodafone, con cui ho un abbonamento per la linea fissa, il web e la linea mobile. Il numero (conviene segnaserlo) è 029957721. La signora mi avvisa di un aumento di 10 euro mensili a partire dalla prossima fattura. Motivazione: il passaggio alla fatturazione a 30 giorni.
Già qui, sorge il primo sospetto: dei ricalcoli per l’addebito su base mensile abbiamo scritto diffusamente e fanno capo a cambiamenti già in atto da molti mesi. L’ulteriore aumento appare dunque fuori da tempistiche giustificabili.
L’operatrice mi comunica la possibilità di recedere immediatamente (a suo dire ho tempo massimo una settimana) in forma del tutto gratuita: è mio diritto annullare un contratto i cui termini cambiano in corso di validità. Parziale verità (o se volete parziale bugia) dato che i tempi di recesso sono di 30 giorni in caso di modifica unilaterale del contratto.

La comparsa de “l’ente di tutela”

Lascio parlare la gentile Stefania, senza contraddirla, e arriva “l’affondo”: l’operatrice “Vodafone” mi spiega che se decido di recedere posso essere messo in contatto – direttamente da lei – con un referente di un non meglio specificato “ente a tutela dei consumatori” collegato proprio a Vodafone. Il fantomatico difensore dei miei diritti avrebbe dovuto completare la mia richiesta di recesso e presentarmi anche tutte le migliori offerte delle altre compagnie telefoniche per aiutarmi a scegliere la tariffa che preferisco.
Una specie di paradiso del cliente. Una compagnia che ti avvisa di un rincaro, ti propone di cambiare operatore e si occupa addirittura di trasferirti a un suo concorrente senza costi aggiuntivi, senza penali, senza raccomandate da inviare e quant’altro.
Troppa grazia, davvero. E decido di mettere alle strette Stefania: “Mi scusi, ma se posso recedere gratuitamente in quanto mio diritto, posso anche decidere di non passare a nuovo operatore attraverso voi, giusto?”. L’operatrice non fa una piega e assicura: “No signore, solo attraverso l’ente a tutela dei consumatori il passaggio è gratuito, altrimenti paga la penale di uscita.”

Vodafone: “Truffa virale”

Prendo tempo e chiedo di essere ricontattato dopo un’ora, durante la quale chiamo il 190 (numero verde Vodafone) e ricevo l’ovvia conferma: si tratta di una truffa, già protagonista di numerose segnalazioni, e nessun rincaro è previsto sulle future bollette.
Quando la finta operatrice mi richiama mi tolgo la soddisfazione di spiegarle che lavoro davvero con un “ente a tutela dei consumatori”, Il Salvagente. Inutile aggiungere che “cade” immediatamente la linea.
Se davvero avessi comunicato il mio iban (come chiedeva la pressante Stefania) sarei stato solamente vittima di un passaggio estorto a un nuovo operatore? Ho il forte dubbio che la truffa non si sarebbe limitata a questo; più probabilmente sul mio conto sarebbero comparsi altri addebiti, frutto di un phishing maldestro ma efficace.
Diffidate gente, diffidate (e continuate ad aggiornarvi sul Salvagente, ovviamente)