La Ue ci ripensa: entro il 2026 vanno cambiati i contabilizzatori dei termosifoni

Mettetevi l’animo in pace: i contabilizzatori di calore che, come molti italiani, avete dovuto istallare sui termosifoni – almeno se abitate in condominio – non avranno vita eterna. Se tutto va bene andranno sostituiti entro il primo gennaio entro il primo gennaio 2027 con modelli che abbiano la capacità di essere letti da remoto (ossia senza entrare in casa e senza che sia il condomino a dover comunicare la lettura).

Dunque se il modello che avete scelto e pagato da poco non ha questa funzione andrà sostituito a meno, specifica la Direttiva UE 2018/2002 sull’efficienza energetica (EED), di un’evidente impossibilità tecnica o economica.

La stessa direttiva lascia agli Stati membri la decisione della modalità di trasmissione che questi dispositivi debbono avere e fissa al 25 ottobre 2020 l’obbligo per chi dovesse munirsi di un nuovo contabilizzatore di installarne uno che si legga a distanza.

La motivazione che ha spinto l’Europa a una decisione di questo tipo è nobile, anche se si offre a più di una considerazione critica. Il 40% dell’energia consumata in Europa è legata al riscaldamento degli edifici, spiegano dalla tedesca QUNDIS, uno dei principali protagonisti del settore dei misuratori e dei sistemi per la contabilizzazione del calore e del consumo dell’acqua. E aggiungono che da anni ormai l’Unione Europea si esprime per cercare di far decrescere questi numeri allarmanti.

Effettivamente ci ha provato prima con l’obbligo di installazione dei dispositivi di contabilizzazione di calore negli edifici serviti da impianto termico centralizzato (andato in vigore in Italia il 30 giugno 2017). Gli obiettivi, spiegano dall’azienda tedesca, sono però stati raggiunti solo in parte, dato che non sono mai effettivamente partite le sanzioni tra i 500 e i 2.500 euro per chi non si fosse adeguato a norma.

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Ecco dunque il nuovo traguardo, soprattutto quello della sostituzione entro il 2027. Resta solo il dubbio se non fosse stato opportuna pensarci prima, senza costringere molte famiglie a sostituire un apparecchio che hanno comprato e che poteva essere ancora funzionante?