Come ti vendo un depuratore d’acqua con un gioco di prestigio

INTERFERENTI ENDOCRINI

Ci sono meccanismi di vendita scorretti che si ripetono da anni (e dunque c’è da supporre che funzionino, purtroppo) e altri più nuovi, ma non per questo meno subdoli.
Parliamo di vendite telefoniche, le classiche chiamate da un call center che ti inchiodano alla cornetta per diversi minuti e tentano di “appiopparti” un qualche servizio o un apparecchio. Molte di quelle che ci vengono segnalate costantemente riguardano i cosiddetti depuratori d’acqua, dispositivi che promettono spesso di rendere l’acqua di rubinetto molto migliore (giocando su una diffidenza dei consumatori che, in gran parte d’Italia è assolutamente immotivata) e che in realtà si limitano spesso a togliere solo qualche minerale, come se questo fosse di grande utilità e compensasse i soldi spesi.

È tutto gratis

A proposito di soldi, da qualche tempo i venditori chiamano per spiegare al possibile cliente che si tratta di un’istallazione gratuita: “Lei è stato scelto per il nostro programma”, esordiscono spesso. Oppure, “Facciamo parte di un programma che ha ricevuto contributi pubblici e lei, dunque, potrà avere il dispositivo gratis”. Perché non provare, ci chiediamo di fronte a tanta generosità?
Semplice, perché ci impegneremmo a firmare un contratto per la manutenzione e i ricambi a costi tutt’altro che modici…

La magia del dispositivo medico

L’ultima tendenza del settore è quella di farci chiamare da presunte dottoresse che spacciano questi apparecchi miracolosi per dispositivi medici, sui quali ovviamente potremo addirittura richiedere il rimborso in fase di dichiarazione dei redditi e per i quali non sarà pagata l’Iva.
Ovviamente un falso, come ci spiega Renato Carraro, decenni di consulenze tecniche alle spalle e socio di maggioranza di C. & C. consulenza sicurezza e qualità, società che fornisce, come dice il nome, consulenza e assistenza sulla sicurezza dei prodotti.
Ci spiega Carraro: “Queste comunicazioni assolutamente illegali non tengono conto di diversi aspetti. Innanzitutto il dispositivo medico è destinato alla prevenzione ed alla cura di una malattia e di un malato, non esiste un dispositivo che cura sani ed ammalati e soprattutto deve essere dimostrata l’efficacia terapeutica nei confronti di una o più patologie. Poi, il dispositivo medico deve essere marcato CE e deve essere registrato assieme al produttore nel registro del ministero della Salute”.
Dunque niente benefici sulla dichiarazione dei redditi? Carraro sorride: “Un’altra delle bugie che dicono questi ‘dottori della menzogna’ è che i costi del ‘dispositivo medico’ si possono scaricare dalle tasse, questo è vero solo se si è provvisti di prescrizione medica e vale solo per i dispositivi che realmente svolgono funzione terapeutica”.
Una pubblicità ingannevole in piena regola, insomma, nata su una grande bugia (quella che in Italia servano davvero a tutti i “depuratori” casalinghi) e proseguita sugli stessi binari.