Nuovo schema Ponzi, l’Antitrust blocca 4 siti di buy&share

L’Antitrust ha sospeso 4 siti di vendita che utilizzano il sistema di vendita buy&share: zuami.it, listapro.it, shopbuy.it e ibalo.it. Il motivo? Utilizzano una sorta di nuovo schema Ponzi denunciato nelle scorse settimane anche dal Salvagente: “I consumatori – scrive in una nota l’Antitrust – sono invitati ad acquistare i beni ad un prezzo scontato (ad esempio gli ultimi modelli di smartphone, ndr) ma devono impegnarsi affinché altri consumatori, almeno 2/3, effettuino un analogo acquisto, aderendo ad una specifica lista”. Altrimenti il prodotto lo pagano a prezzo intero.

“I consumatori non riescono ad uscire dal sistema”

Le indagini effettuate, con la collaborazione del nucleo Antitrust della Guardia di Finanza, “hanno evidenziato che gli operatori in questione utilizzano la prima fase di promozione per acquisire credito attraverso un rapido scorrimento delle liste e la conseguente consegna dei beni prenotati. Solo dopo che un numero rilevante di soggetti aderisce versando l’importo iniziale, lo scorrimento della lista rallenta progressivamente fino ad arrestarsi e, a questo punto, viene impedito ai consumatori di uscire dal sistema e di essere rimborsati di quanto originariamente versato”.

Solo promesse

L’Autorità ha ritenuto che tali sistemi di vendita siano in grado di attrarre un numero sempre crescente di acquisti – in realtà mere prenotazioni – e possano funzionare solo in caso di una loro continua e rapida espansione, condizioni del tutto particolari e aleatorie che ne evidenziano la natura gravemente scorretta, in grado, sottolinea l’Authority nella nota stampa, “di ingannare un numero crescente di consumatori e condizionare indebitamente coloro che vi hanno aderito”.
Tali evidenze dunque “hanno giustificato l’intervento cautelare con il quale è stato ordinato agli operatori di sospendere ogni attività diretta all’utilizzo della modalità di vendita subordinata alla successiva adesione di altri consumatori, nonché alla vendita di prodotti presentati come disponibili ma che in realtà non risultano pronti per la consegna”.