Dagli allevamenti intensivi antibiotici, pesticidi e metalli avvelenano i corsi d’acqua

glifosato goletta

I costi nascosti degli allevamenti intensivi sono altissimi in termini di inquinamento ambientale. A dirlo è Greenpeace che durante i mesi di giugno e luglio 2018, ha condotto analisi in dieci Paesi europei indicando la presenza di medicinali ad uso veterinario, pesticidi, nutrienti e metalli nelle acque superficiali. I campionamenti sono stati fatti in 29 fiumi e canali di irrigazione, in regioni con una forte presenza di allevamenti intensivi.

I campioni italiani

In Italia i campioni sono stati prelevati nelle tre province con la maggiore presenza di suini: Cremona, Mantova, Brescia. I campioni di acqua sono stati prelevati da una roggia e da due canali irrigui (canale 1, canale 2 e Roggia Savarona) dove gli allevamenti intensivi si concentrano principalmente, nella Pianura Padana. In particolare, la regione Lombardia ospita oltre la metà della popolazione nazionale di suini. Qui i risultati hanno rilevato 12 differenti farmaci veterinari. I due campioni prelevati dai canali contenevano rispettivamente tre e sei diversi farmaci, nel campione raccolto nella Roggia Savarona (BS) sono stati rilevati 11 (undici) diversi tipi farmaci, 7 dei quali antibiotici: il numero più alto trovato in un singolo campione nel corso della presente indagine. Tre sostanze – tutti antibiotici – sono risultate presenti in tutti e tre i campioni. In ciascun campione italiano sono stati rilevati da 17 a 23 pesticidi; complessivamente sono stati rilevati 30 diversi pesticidi, nove dei quali non più autorizzati in Ue. Tutti e tre i campioni contenevano concentrazioni di nitrati al di sopra del livello scienti camente suggerito come necessario per assicurare la protezione degli invertebrati acquatici, pesci e an bi più sensibili;24 la concentrazione di nitrati misurata nel campione prelevato dalla Roggia Savarona ha raggiunto il 66% del valore limite Ue.25 In due campioni è stata superata anche la concentrazione di nitriti stabilita dall’Ue come indicatore per un “buono stato ecologico” delle acque.

In Europa antibiotici in due terzi dei casi

Passando al quadro generale, gli antibiotici sono stati trovati in oltre due terzi dei campioni analizzati, e questa presenza costante potrebbe contribuire alla diffusione di batteri resistenti agli antibiotici. La metà dei campioni esaminati conteneva livelli di nitrati superiori alla soglia considerata sicura per gli organismi acquatici più vulnerabili e in tutti i campioni sono stati trovati residui di pesticidi: 104 in totale, di cui 28 ormai vietati in Ue.

“Basta fondi pubblici a allevamenti intensivi”

“Per troppo tempo il denaro pubblico ha sostenuto questo modello di allevamento insostenibile, è ora che l’Unione europea e gli Stati membri, indirizzino i sussidi verso aziende agricole che producono con metodi ecologici, in modo da tutelare salute pubblica e ambiente, oltre che la nostra agricoltura” scrive Greenpeace. L’associazione propone alle istituzioni europee tre cose: impedire che il denaro pubblico vada a sostenere la produzione intensiva di bestiame; promuovere una minore e migliore produzione di carne e prodotti lattiero-caseari; aumentare il sostegno per la produzione ecologica di frutta e verdura.

Il rapporto “Il costo nascosto della carne” di Greenpeace è disponibile sul sito dell’associazione.

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