Decreto Genova, il governo aumenta di 20 volte gli idrocarburi nei campi

Nel decreto Genova, varato dal governo dopo la tradegia del crollo del Ponte Morandi, è stata inserita un codicillo che non ha proprio nulla a che fare con l’emergenza degli sfollati ma che mette a serio rischio i suoli agricoli e la salute dei consumatori.

La denuncia di Bonelli (Verdi)

La denuncia viene da Angelo Bonelli segretario dei Verdi: “Il ministro Toninelli ha inserito nel decreto sul ponte Morandi di Genova una norma all’articolo 41 che aumenta i limiti di idrocarburi pesanti C10 a C40 di 20 volte per quanto riguarda i fanghi di depurazione sia civili che industriali che possono essere sparsi sui suoli agricoli“. E avverte: “Toninelli che dice di aver scritto con il cuore il decreto sferra un attacco senza precedenti all’ambiente, alla sicurezza della catena alimentare del nostro paese, perché con questi valori aumentati si determinerà una contaminazione delle falde e delle matrici alimentari”.

Ecco cosa prevede l’articolo 41

Ecco cosa prevede l’articolo 41 del Decreto Genova (qui il testo completo) pubblicato in Gazzetta Ufficiale:
Art. 41 
Disposizioni urgenti sulla gestione dei fanghi di depurazione 

1. Al fine di superare situazioni di criticita’ nella gestione dei fanghi di depurazione, nelle more di una revisione organica della normativa di settore, continuano a valere, ai fini dell’utilizzo in agricoltura dei fanghi di cui all’articolo 2, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 27 gennaio 1992, n. 99, i limiti dell’Allegato IB del predetto decreto, fatta eccezione per gli idrocarburi (C10-C40), per i quali il limite e’: = 1.000 (mg/kg tal quale). Ai fini della presente disposizione, per il parametro idrocarburi C10-C40, il limite di 1000 mg/kg tal quale si intende comunque rispettato se la ricerca dei marker di cancerogenicita’ fornisce valori inferiori a quelli definiti ai sensi della nota L, contenuta nell’allegato VI del regolamento (CE) n. 1272/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 2008, richiamata nella decisione 955/2014/UE della Commissione del 16 dicembre 2008.

Benedetti (Misto-Maie): “Cittadini inquinati legalmente!”

Sulla vicenda interviene anche Silvia Benedetti, deputata del gruppo Misto-Maie alla Camera: “Sono stata negativamente sorpresa dall”inserimento di una normativa estemporanea sullo spargimento dei fanghi da depurazione sui terreni nel dl Genova. Per questo – continua – ho dapprima proposto l’abolizione dell’articolo che autorizza lo sversamento dei fanghi sui terreni agricoli. Esso fissa un limite di concentrazione di idrocarburi nei fanghi più alto (1.000 mg/kg, ndr) rispetto a quello consentito per i terreni da bonificare (100 mg/kg) e non risulta supportato da alcuno studio che provi la sua non pericolosità. La beffa sarebbe duplice, in quanto i cittadini si ritroverebbero campi inquinati legalmente e a dover sostenere il costo delle future bonifiche”. E conclude: “Il secondo emendamento prevede che sia il ministro dell’Ambiente, previa valutazione del rischio, a determinare le modalità e le caratteristiche dei fanghi di depurazione utilizzabili in agricoltura. Auspico in ogni caso avvenga una discussione approfondita su un tema importante per la salute dei cittadini in Commissione Ambiente ed alle Camere nel corso della legislatura”.

Gentilini, Isde-Medici per l’Ambiente: “Danni enormi”

“Mi sfugge il senso, nel decreto Genova, della norma che consente di spandere su tutto il territorio nazionale, nei suoli ad uso agricolo, i fanghi di depurazione con una percentuale di idrocarburi di 1.000 milligrammi per chilo di sostanza tal quale, cioè fanghi non essiccati”, spiega Patrizia Gentilini di Isde-Medici per l’ambiente, a Repubblica.it. “Applicando questa norma si finirebbe per spargere, nel giro di tre anni, 75 chili di idrocarburi per ettaro sui suoli agricoli italiani. Senza distinguere tra idrocarburi che arricchiscono il terreno e idrocarburi che lo inquinano”.

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