Voltaren &Co, dinuovo sotto accusa: aumentano il rischio cardiovascolare

Il diclofenac, il principio attivo del Voltaren, non deve essere usato per l’automedicazione in forma orale. Anche se assunto per brevi periodi, l’uso di questo antinfiammatorio è associato ad un aumentato rischio di eventi cardiovascolari. A mettere in guardia i consumatori è l’Ansm sulla base di uno studio danese pubblicato sulla rivista Bmj.  La ricerca scientifica, condotta su più di 7 milioni di uomini e donne, ha confrontato l’insorgenza di disturbi cardiovascolari dopo diversi farmaci da prescrizione anti-infiammatori (ibuprofene, naproxene, diclofenac) o paracetamolo, rispetto ad un gruppo non trattato. Dopo 30 giorni dall’inizio del trattamento, i principali eventi cardiovascolari sono più comuni nelle persone che hanno ricevuto diclofenac. I ricercatori hanno scoperto più casi di fibrillazione atriale, ictus ischemico, insufficienza cardiaca ma anche infarto del miocardio. Rispetto ad altri farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), il diclofenac è ​​associato ad un aumentato rischio del 20-30%.

Molto utile in caso di lombalgia, periodi dolorosi o tendiniti, o contro il dolore causato da artrosi, artrite e alcuni reumatismi infiammatori, il diclofenac è il principio attivo più venduto. La sua rivalutazione è prevista nel 2019 e non si potrà prescindere da questa nuove conclusioni. Se, infatti, il rischio cardiovascolare era già noto, fino ad oggi l’uso per periodi molto limitati era considerato sicuro. Lo studio danese, invece, mette sin guardia i consumatori anche sull’uso per breve tempo.