L’Onu sul Pfoa: “È tossico, non va usato nelle antiaderenti”

pfas pfoa

Il Comitato dell’Onu per gli inquinanti chiede la messa al bando totale del Pfoa, l’acido perfluoroottanoico chimico industriale, usato nelle padelle antiaderenti e in altri dispositivi di lavorazione degli alimenti, perché tossico per l’uomo e l’ambiente. Il Pfoa è uno dei composti della famigerata famiglia dei Pfas, classificato “potenzialmente cancerogeno” dalla Iarc, ed è quello maggiormente presente nel sangue dei cittadini veneti più esposti all’inquinamento industriale.

Ungherese (Greenpeace): “È il contaminante più presente nel sangue dei veneti”

“La richiesta del Comitato di revisione degli inquinanti organici persistenti della Convenzione di Stoccolma dell’Onu (PopRc) è un’eccellente notizia“, commenta al Salvagente Giuseppe Ungherese, responsabile della Campagna inquinamento di Greenpeace. “Il pronunciamento del Comitato dell’Onu arriva dopo un iter lunghissimo, nel quale sono state vagliate prove scientifiche e studi analitici. L’inserimento nella lista delle sostanze da vietare non è lungo: questo per dire che quando il PopRc si pronuncia vuol dire che parliamo davvero di una sostanza pericolosa per la salute umana e dell’ambiente”.

Non solo pentole: dove viene usato il Pfoa

Nello specifico, il comitato ha raccomandato di eliminare l’acido perfluoroottanoico chimico industriale (Pfoa), i suoi sali e composti correlati al Pfoa, ampiamente utilizzati in articoli per la cottura antiaderenti e dispositivi di lavorazione degli alimenti, agenti di trattamento superficiale nei tessuti, carta e vernici e nelle schiume antincendio. La sostanza chimica è nota per essere tossica per l’uomo e l’ambiente con legami con importanti problemi di salute come il cancro del rene, il cancro ai testicoli, la malattia della tiroide e l’ipertensione indotta dalla gravidanza.

Sotto giudizio anche il PFHxS

Il Comitato dell’Onu intanto sta mettendo sotto analisi un altro composto della famiglia dei Pfas: “Si tratta del PFHxS – spiega Ungherese – una sostanza che ritroviamo anche nelle analisi del sangue dei cittadini veneti che vivono nelle aree più esposte all’inquinamento di questi contaminanti. L’iter sarà lungo ma speriamo che si giunga anche in questo caso alla richiesta della messa al bando totale“.

 

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