Basta passare dall’ora legale a quella solare. L’unione europea ha deciso

ORA LEGALE

C’è voluta una consultazione popolare ma alla fine l’idea di abolire il passaggio tra ora solare e ora legale, già caldeggiato dal Parlamento europeo, sembra arrivata in porto. E già oggi potrebbe essere presa la decisione di eliminare il fastidioso cambio di orario che ogni sei mesi siamo costretti ad affrontare. Lo ha annunciato il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker.
La decisione è stata presa dopo che una vasta maggioranza di cittadini dell’UE – principalmente tedeschi – si espressa contro il cambiamento di orario semestrale.

Oltre l’80% di quanti hanno preso parte al sondaggio online – dei 4,6 milioni di persone, il più grande nella storia dell’UE – ha sostenuto l’abolizione. La stragrande maggioranza dei votanti, circa 3 milioni, sono stati di nazionalità tedesca.

Il Parlamento europeo, già a febbraio, aveva votato una risoluzione per chiedere alla Commissione ” una valutazione approfondita” della direttiva comunitaria sull’ora legale. Il cambio di orario due volte l’anno, a ottobre e a marzo, oltre che essere “scomodo”, può provocare anche “danni sulla salute dei cittadini” che, costretti a spostare in avanti o indietro di un’ora delle lancette dell’orologio, “possono provare malessere, stanchezza e irritabilità”, spiegavano gli eurodeputati. “Turbare due volte all’anno l’orologio interno degli individui porta danni alla salute”, ha detto la finlandese Heidi Hautala, citando decine di studi scientifici (anche se non c’è ancora una bibliografia univoca sui presunti danni apportati da questa pratica a uomini e animali, ndr). C’è stato anche chi, come Anne Berber, ha chiesto che venisse lasciata a ogni singolo Paese la facoltà di poter decidere come comportarsi.

Fino a oggi, del resto, la situazione era tutt’altro che uniforme come dimostra l’infografica  che pubblichiamo.

(segue dopo l’infografica)

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Più sole e più vitalità

Non è la prima volta che l’Europa discute (e si divide) sui vantaggi  e gli  svantaggi o meno del cambio d’ora. Con l’ora legale (che si cambia l’ultima domenica di marzo) si ha innanzitutto – sostengono i “pro” – un risparmio economico ed energetico.

Secondo Terna sono ben 543.800.000 i kilowattora risparmiati grazie al cambio dell’ora. Sfruttando l’ora di luce in più la sera, infatti, si riduce il consumo di elettricità ed energia. Tutto è calcolato sulla base delle fasi del giorno più attive. Il mattino presto è considerato una fascia non attiva, motivo per cui è facilmente sacrificabile un’ora di luce che non determina un conseguente uso di energia. Viceversa, la sera è una fascia ancora attiva. Risparmio di energia significa anche risparmio sulla bolletta.

Il Il 23,1% del risparmio avviene nel solo mese di aprile, quando le giornate sono piu corte e avere un’ora di luce in più dà maggiori vantaggi. Non di poco conto il vantaggio in termini economici. Si calcola, infatti, che grazie all’ora legale potranno essere risparmiati circa 90 milioni di euro solo in Italia. Da un punto di vista ecologico, infine, si consumano circa 246mila tonnellate di CO2 equivalente in meno. Niente male.

L’aumento delle ore di luce produce un aumento della vitalità, grazie anche alla concomitanza con l’arrivo della primavera e il risveglio della natura, che dona anche una buona dose di euforia. Da un punto di vista scientifico, inoltre, è stato dimostrato che la luce stimola la produzione di vitamina D, che aiuta il sistema immunitario. Sfruttando di più e meglio la luce del sole siamo stimolati a vivere maggiormente all’aria aperta e ha compiere attività fisica, con un notevole vantaggio per tutto l’organismo.

Ritmi “sballati” come un jet lag

Esistono però anche degli svantaggi, come i disturbi del sonno e lo stress per l’organismo che deve riabituarsi al nuovo ritmo, come in una sorta di jet lag, che colpiscono soprattutto bambini e anziani. Spesso si pensa che solo il primo giorno sia interessato dalle conseguenze provocate dal dormire un’ora in più o in meno. In realtà, il periodo di transizione per la maggior parte delle persone è molto più  lungo. Ad essere più compromesso, è il sonno-veglia, uno dei più importanti ritmi circadiani del nostro organismo, così chiamato perché legato ad una sorta di orologio biologico interno, regolato sull’alternarsi del giorno e della notte. Meno sonno, o sonno disturbato, significa anche perdita di concentrazione e di produttività al lavoro, come hanno dimostrato diversi studi, tra cui quello effettuato dal Journal of Applied Psychology.

Inoltre, durante una conferenza a Bruxelles, Russell Foster, professore di neuroscienze all’Università di Oxford, e Till Roenneberg, professore di psicologia medica presso l’Università di Monaco di Baviera, hanno sostenuto la tesi secondo cui gli orologi indietro non porterebbero a risparmi energetici, ma notevoli rischi per la salute (insonnia e stress) e un costo elevato per l’economia. Anche a causa di un aumento di incidenti stradali e complicazioni in chirurgia. Una perdita di 300 miliardi di euro l’anno. Tra gli scienziati, c’è chi sostiene, del resto, che neanche il motivo principale del doppio cambio di lancetta sia poi così vero. Secondo uno studio dell’Università della California, in un anno il consumo energetico complessivo cresce dell’1% invece di scendere, perché durante i mesi estivi aumenta l’utilizzo dei condizionatori.