Il colonnello che coltiva la marijuana di Stato

In Italia esiste ed opera dal 1853 uno Stabilimento chimico farmaceutico militare che collabora con varie università per la ricerca e la formazione, soprattutto nel campo dei medicinali “orfani”, quelli che non si trovano più in commercio ma di cui i pazienti, soprattutto affetti da malattie rare, hanno bisogno: si tratta di malattie che hanno di solito un’incidenza dello 0,05%, fa sapere Antonio Medica, direttore dello Stabilimento.
Dal 2014 questa struttura ha attivato una collaborazione con il ministero della Difesa e il ministero della Salute per un progetto pilota per la produzione nazionale di sostanze e preparazioni di origine vegetale a base di cannabis. Quel progetto, dal 2016, si è evoluto e lo stabilimento produce su scala industriale prodotti a base di cannabis, la cui richiesta è fortemente aumentata.
Colonello Medica, come si faceva prima che foste investiti di questo ruolo?
Fino a quel momento si importava dall’Olanda. Poi si è iniziato a ragionare sul fatto che l’Italia potesse diventare autonoma in questo campo. Questa struttura è l’unica officina farmaceutica dello Stato. Nel 2014 è stato attivato il progetto sulla cannabis in fase sperimentale. Abbiamo ottenuto le autorizzazioni per coltivare nelle serre all’interno dello stabilimento grazie a un investimento di un milione di euro.
Quanta cannabis terapeutica si consuma ogni anno in Italia?
Nel 2013/2014 è stato di soli 30 kg all’anno. Noi nel 2014 siamo partiti con 100 kg. La media di consumo pro-capite è di 30-90 grammi all’anno. La prima coltivazione industriale è arrivata a marzo del 2016 e a dicembre abbiamo distribuito il prodotto alle farmacie.
Quali sono i costi?
Il prezzo condiviso con il ministero della Salute è di 6,88 euro al grammo. Resterà fisso per i primi 1.000 kg. Contiamo di recuperare 1 euro al grammo per rientrare nella cifra stanziata per l’investimento, dopodiché la cifra scenderà a 5,88. C’è da dire che da quando siamo usciti sul mercato il prezzo si è livellato sul mercato globale e si è scesi di molto per l’utente finale. Il prezzo finale nel 2013 era di 30/40 euro al grammo; dal novembre 2017 è di 9 euro al grammo. Una cifra che permette all’utente di non spendere troppo e al farmacista di avere un piccolo margine.
Qual è il prezzo nel mercato illegale?
Si aggira attorno ai 10/12 euro al grammo ed è ovvio che il prezzo del prodotto legale debba essere più basso. Anche se bisogna sottolineare che ci sono delle differenze tra il prodotto destinato all’uso “ludico” e quello a uso medico, che ha un livello di standardizzazione elevato.
Cosa significa?
Le serre in cui si coltiva questa cannabis sono come sale operatoria, il ciclo di coltivazione è standardizzato. Si deve fare attenzione a tutto: non devono esserci contaminazioni con metalli pesanti, pesticidi e l’acqua deve essere controllata. Noi inviamo il nostro dossier all’Agenzia del farmaco. Se un lotto non va come avevamo pensato, non lo distribuiamo.
Ci sono delle aziende, come Enecta, che lavorano con l’estrazione e collaborano con ambiti farmaceutici, ma ad oggi siete solo voi a produrre la cannabis terapeutica per le farmacie. Vede sviluppi in questo senso?
Il progetto di espansione esiste così come l’idea di estendere le autorizzazioni a soggetti privati. Nei prossimi mesi potrebbe essere aperto un bando di gara per fare sviluppare le coltivazioni farmaceutiche. Il nostro stabilimento resterà comunque l’organo di controllo.