Servizi premium, Agcom: “Sperimentazione riuscita, ecco gli strumenti per fermare le frodi”

Servizi a sovrapprezzo attivati contro la volontà dell’utente: ne abbiamo parlato molto sul Salvagente, perché coinvolgono ogni anno milioni di italiani. Adesso l’Autorità garante nelle comunicazioni (Agcom) ha reso noto di aver “accolto con soddisfazione gli esiti della sperimentazione delle misure finalizzate a impedire le attivazioni inconsapevoli dei cosiddetti servizi premium” e di volerli rendere obbligatori. L’Agcom spiega che nel corso dei sei mesi della sperimentazione avviata lo scorso novembre, sono stati attivati oltre 26 milioni di servizi a fronte dei quali sono pervenute alla Direzione Tutela del Consumatore di Agcom meno di 200 segnalazioni che lamentavano attivazioni di servizi non richiesti. “Vista l’efficacia della nuova procedura d’acquisto, agli operatori verrà chiesto di aggiornare l’attuale Codice di condotta per l’offerta dei Servizi Premium (CASP 3.0) al fine di farvi confluire tutte le misure discusse e concordate nel corso della sperimentazione, ivi comprese quelle riguardanti una procedura unificata di rimborso” aggiunge l’Autorità.

Il numero verde

Il nuovo sistema di gestione prevede il controllo totale da parte degli operatori delle pagine di attivazione dei servizi, l’introduzione di un numero unico gratuito di Customer Care, 800.44.22.99, grazie al quale l’utente può rapidamente conoscere i servizi premium attivi e, eventualmente, disattivarli, e un Comitato di garanzia – cui partecipano anche i rappresentanti delle associazioni dei consumatori – che monitora l’efficacia delle misure e provvede a mantenerle aggiornate. “Nel corso della sperimentazione – aggiunge l’Agcom – l’operato del Comitato ha consentito di perfezionare le funzioni e la grafica delle pagine di attivazione dei servizi premium nonché di migliorare la trasparenza degli sms inviati per informare l’utente dell’attivazione, dell’addebito del costo del servizio e delle modalità di disattivazione”.

Rimangono le perplessità

Recepita la soddisfazione dell’Autorità, ci permettiamo di evidenziare qualche perplessità. Innanzi tutto, l’automatismo tra poche segnalazioni rispetto alle attivazioni e efficacia delle muove misure ci sembra azzardato: non è da escludere che banalmente tra questi 26 milioni di attivazioni, un numero non irrilevante siano del tutto passate inosservate dagli stessi malcapitati (parliamo in alcuni casi di pochi euro al mese), e soprattutto nel poche segnalazioni potrebbero essere legate al fatto che data l’insufficiente pubblicizzazione degli strumenti a disposizione per reclamare presso l’Authority, la percentuale di truffati a conoscenza di questi mezzi, fosse veramente residuale.

Il doppio click non basta

Entrando nel merito, rimane il problema del doppio click per attivare un servizio premium, proposto come soluzione ai click involontari, ma insufficiente, come già denunciato nel lungo servizio dedicato ai servizi a sovrapprezzo dal Salvagente lo scorso novembre, in cui perplessità su questo meccanismo arrivavano dall’interno della stessa Authority. Il doppio click, infatti, è facilmente aggirabile dai fornitori di contenuti fraudolenti tramite l’inserimento di pixel nascosti contenenti link all’interno delle pagine web che si visitano col cellulare. Basta cliccare leggermente accanto a link in evidenza per attivare in realtà un secondo consenso che si ha intenzione di dare. A quel punto, dimostrare in seguito che l’ok era involontario è veramente difficile. Così come Il Salvagente e le associazioni dei consumatori hanno proposto più volte, la vera soluzione sarebbe, così come al tempo fu fatto per i numeri telefonici a pagamento (144, 709, ecc ecc), quella di attivare di default una barriera contro i servizi a sovrapprezzo e disattivarla solo su richiesta esplicita dell’utente all’operatore. Oggi invece il procedimento funziona all’inverso, e molto spesso quanti si richiede l’attivazione del barring, è troppo tardi: qualche furbo ha già sottratto soldi grazie al doppio click nascosto. Molto più interessante invece il numero unico per verificare eventuali servizi attivi e disattivarli sul momento. Semplifica le cose ma non risolve il problema principale: il rimborso dei soldi sottratti non è sempre garantito.