Pesticidi, stretta Ue in arrivo per il verderame

È uno dei pochi trattamenti consentiti anche in agricoltura biologica e molto impiegato nella viticoltura. Eppure il verderame, o meglio i fitosanitari a base di sali di rame, sono finiti nel mirino della Commissione Ue che sta per varare una stretta sul suo impiego. Il 19 e 20 luglio la Commissione Ue proporrà agli stati membri un giro di vite sui pesticidi a base di rame. Stiamo parlando di sostanze che dal 2015 sono candidate alla sostituzione nel quadro delle regole Ue sui prodotti chimici, per il loro impatto inquinante sull’ambiente.

Tuttavia nulla pare scontato. Già nel 1991 l’Unione europea aveva pianificato la messa al bando del verderame entro il 2002. Dopodiché però si è andati avanti dei proroga in proroga.

Rinnovo per altri 5 anni ma con limitazioni

Ora però l’attuale licenza scade nel gennaio 2019 e, secondo quanto riportato dall’Ansa.it, la settimana prossima Bruxelles proporrà un rinnovo dell’autorizzazione per 5 anni con riduzione dei limiti di utilizzo da 6 a 4 kg all’ettaro l’anno. “Sono consapevole dell’importanza di queste sostanze per gli agricoltori, in particolare i produttori bio – ha commentato il commissario Ue competente Vytenis Andriukaitis – ma la mia priorità è proteggere la salute e l’ambiente”.

Gli effetti sull’uomo

Il solfato di rame è la forma più tossica di rame per l’uomo. Provoca gravi irritazioni alla pelle e agli occhi, mentre è tossico se ingerito. Per l’Agenzia europea delle sostanze chimiche (Echa), può influire sulla fertilità, causare danni al feto o agli organi degli adulti dopo esposizione lunga o ripetuta. Va notato che la maggior parte degli studi riguarda gli effetti legati all’ingestione di rame, specialmente tramite l’acqua di rubinetto.

Sindrome polmonare degli spray da vite

Nel caso del verderame “spruzzato” nelle vigne, l’esposizione avviene soprattutto per inalazione o per contatto con la pelle. In quest’area mancano studi scientifici recenti, come ha fatto notare il mensile dei consumatori francesi 60 Millions de Consommateurs. Dobbiamo tornare indietro nel 1969 per trovare il lavoro dei ricercatori della Facoltà di Medicina di Lisbona. Hanno descritto la “sindrome polmonare degli spray da vite”.
Il danno era un’alterazione del tessuto polmonare che poteva portare a insufficienza respiratoria o danni al fegato come la cirrosi. Un articolo del 1977 dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) rivede questo studio, che “ha rivelato l’alta incidenza di cancro delle cellule alveolari tra i viticoltori dell’area del Bordeaux” in Francia.

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Anche i giardinieri “amatoriali” sarebbero esposti a rischi evitabili in quanto sulle confezioni dei prodotti a base di solfato di rame non ci sarebbero prescrizioni d’uso tali da evitare conseguenze per la salute.