Solari: tutte le ragioni per evitare gli spray (specie sui bambini)

Nessun dubbio, se cercate una protezione solare efficiente, magari anche a buon prezzo, non avete che l’imbarazzo della scelta. I test del Salvagente possono esservi di aiuto, sono diversi i prodotti che difendono egregiamente dai raggi ultravioletti e non contengono sostanze sospette.

Ma quanti dedicherebbero qualche momento di riflessione prima di decidere se prenderla fluida, con il vaporizzatore o spray? Sembrerebbe una scelta legata solo alla praticità ma così non è. Una ricerca statunitense pubblicata sul Journal of Drugs in Dermatolog, per esempio, dimostra come il 69% dei dermatologi intervistati (in totale 540), sconsiglia di usare un solare spray ai propri pazienti.

Le ragioni sono diverse e molte di queste riguardano la salute dei bambini. Se si parte dal presupposto che gli spray (come le creme, del resto) contengono sostanze che possono essere pericolose se inalate accidentalmente, ci si rende conto della facilità con la quale possono finire nelle vie aeree di un bambino mentre gli spruzziamo il solare (inevitabilmente mentre si muove continuamente…). Uno dei pericoli, in questo caso, si chiama biossido di titanio, componente di cui il Salvagente si è occupato diverse volte per la sua presunta azione cancerogena, specie quando è in forma nanoscopica. Sospetti ancora più pesanti se la sostanza viene inalata.
Nel caso di un uso sul bambino, spiegano i dermatologi statunitensi, meglio spruzzarlo prima sulle mani e poi spalmarlo.
In ogni caso tenere lo spray lontano dal viso e tenere l’ugello vicino alla pelle per poi spruzzare generosamente. Ci vuole circa un grammo di crema solare per coprire completamente il corpo di un adulto, ma con uno spray è difficile vedere quanto se sta applicando. Una buona regola è quella di spruzzare finché la pelle non brilla, ammoniscono i medici.
Oltre a massaggiare a lungo la pelle (non basta, infatti uno o più colpi di spray per diffondere uniformemente la crema) sarebbe bene ricorrere ad altri tipi di prodotto nelle giornate ventose: da una parte, infatti, potremmo non riuscire a spargerla in quantità sufficiente sulla pelle, dall’altra avremmo maggiori probabilità di respirarla.