Emissioni tossiche di bromopropano, la Sanofi chiude lo stabilimento del Dépakine

Sanofi Chimie ha annunciato di aver sospeso la produzione del Dépakine, il farmaco utilizzato per la cura dell’epilessia, a causa del rilascio di una sostanza cancerogena nell’aria. Si tratta del bromopropano, possibile agente cancerogeno, mutageno e reprotossico secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, utilizzato nella composizione del valproato di sodio, il principio attivo di Dépakine.

La sostanza è stata misurata fino a 190mila volte la norma. Il rapporto governativo – di cui il quotidiano Le Monde è venuto in possesso – ha misurato un rilascio a marzo di oltre 380mila mg / m3 mentre il valore limite di emissione è 2 mg / m3. A partire da ottobre 2017, erano già stati identificati scarichi fino a 180mila mg / m3. Secondo le dichiarazioni del produttore, ogni anno decine di tonnellate di questo solvente vengono emesse sul sito di Lacq, a Mourenx nei Pirenei Atlantici, uno dei più inquinati in Francia.

Il bromopropano non è l’unica sostanza rilasciata in eccesso da Sanofi Chimie. Il rapporto di ispezione rileva che altri quattro composti organici volatili (VOC) – toluene, propene, isopropanolo e valeronitrile – superano gli standard. Il rilascio complessivo di questi cinque VOC è limitato a 110 mg / m3. Tuttavia, ha raggiunto quasi 770mila mg / m3 a marzo, 7mila volte di più del valore autorizzato. Questi impressionanti superamenti sono il risultato di un “primo gap”, osserva il rapporto: fino a ottobre 2017, l’industriale controllava solo una delle sue tre cosiddette colonne di abbattimento, che trattano i gas prima di rigettarli nell’aria.