L’Europa prova a correre ai ripari contro l’epidemia di listeria

Un’epidemia che va avanti dal 2015 e che solo il mese passato ha fatto segnare 47 casi e ben 9 decessi.

Preoccupa l’Europa il focolaio di Listeria monocytogenes, una contaminazione batterica che può essere fatale a chi è immunodepresso, che ha già colpito l’Austria, la Danimarca, la Finlandia, la Svezia e il Regno Unito. Tanto da mobilitare gli esperti comunitari che hanno sequenziato l’intero genoma per identificare la fonte di cibo, che inizialmente si pensava fosse limitata al mais congelato. E la scoperta è che gli stessi ceppi di listeria sono stati rilevati nelle verdure surgelate prodotte dalla stessa azienda ungherese nel 2016, 2017 e 2018. Ciò suggerisce, spiega l’Efsa, che i ceppi siano nell’impianto di lavorazione nonostante le procedure di pulizia e disinfezione che sono state eseguite.
Il 29 giugno 2018, l’Ufficio ungherese per la sicurezza della catena alimentare ha vietato la commercializzazione di tutti i prodotti ortofrutticoli congelati e surgelati prodotti tra agosto 2016 e giugno 2018 e ha ordinato il ritiro e il ritiro immediati. Quest’ultima misura è in grado di ridurre significativamente il rischio di infezioni umane e contenere l’epidemia. L’attività di congelamento nello stabilimento è stata interrotta.
Nuovi casi, però, potrebbero ancora emergere a causa del lungo periodo di incubazione della listeriosi (fino a 70 giorni); la lunga durata di conservazione dei prodotti di mais surgelati.
Per ridurre il rischio di infezione, spiega l’Autorità alimentare europea e la corrispondente britannica, la Fsa, i consumatori dovrebbero cucinare a fondo verdure surgelate non pronte da mangiare, anche se questi prodotti sono comunemente consumati senza cottura (ad esempio in insalata e frullati).

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