Aiuto! Ing Direct mi ha “sequestrato” un assegno da 12mila euro da 2 mesi

Caro Salvagente,
lo scorso 12 marzo – quasi due mesi fa – ho versato presso la filiale ING DIRECT di via Tuscolana a Roma un assegno circolare a me intestato di poco superiore a 12mila euro. In assenza dell’accredito della somma, dopo qualche giorno ho chiamato più volte il servizio clienti: da allora è iniziata una piccola odissea… L’assegno  è tuttora in possesso della banca, ma ogni volta che in questi due mesi ho chiamato ho avuto risposte sempre diverse dagli operatori di turno. Solo in un caso sono riuscito a parlare con una persona che si era qualificata area manager, che mi ha promesso che avrebbe fatto le verifiche necessarie e poi mi avrebbe richiamato. Ovviamente non ho più sentito nessuno. Stesse risposte imprecise e sempre diverse dal personale di filiale. 
Avrei alcune domande: qual è la strada più veloce per ritornare in possesso dell’assegno? Come, se è possibile, quantificare il danno arrecatomi per ogni giorno di “sequestro dell’assegno” e a chi rivalermi per chiedere un adeguato risarcimento? Vista la mia esperienza personale con ING DIRECT, vorrei poter tornare in possesso dell’assegno per poi chiudere il rapporto con loro (al netto delle contestazioni che mi riservo di portare avanti nelle sedi più opportune) e passare a un istituto che sappia fare la banca on line, con un servizio clienti a reale disposizione del cliente e non con l’unico ruolo di fare il muro di gomma, dimostrandosi peraltro poco competente e mal formato. Una media di una telefonata al giorno per quasi sessanta giorni senza venire a capo di un problema è un fatto che parla da se. Potete darmi un consiglio? 
Mauro Albanesi
Caro Mauro, vicenda quanto meno bizzarra… speriamo che la banca prenda al più presto in considerazione il suo caso e le fornisca una risposta. Nel frattempo abbiamo chiesto un parere a Raffaella Grisafi di Konsumer Italia. Ecco i suoi consigli:
Il primo passo in questi casi è sempre quello di inviare un reclamo formale per iscritto e tramite raccomandata A/r o pec alla banca la quale sarà obbligata a rispondere entro 30 giorni. Purtroppo tutte le contestazioni fatte verbalmente non hanno molto valore legale. Decorso tale termine le ricordiamo che esiste lo strumento dell’Arbitro bancario finanziario a cui può ricorrere per far valere le sue contestazioni contro la banca chiedendo la restituzione delle somme, comprensive di interessi nel frattempo maturati e – laddove sia provabile – l’ulteriore danno che abbia subito.
È da valutare se ci siano gli estremi per una appropriazione indebita che in questo settore è controversa benchè la Corte di Cassazione nel 2013 abbia affermato che se la banca non paga l’assegno a un proprio correntista si configura un vero e proprio danno morale, indipendentemente dalla configurazione del reato di appropriazione indebita in capo all’istituto bancario.
Per far valere questo tipo di danno potrebbe eventualmente in un secondo momento adire un giudice civile.