Il 44% dei sacchetti che finiscono nell’umido sono di plastica

Nei rifiuti organici raccolti in Italia con la differenziata, il 4,9% è plastica. Il 44% dei sacchetti usati per l’umido sono di plastica tradizionale, invece che compostabile. A rivelarlo è un monitoraggio del Consorzio Italiano Compostatori (CIC), presentato a un convegno sulla gestione dei rifiuti a Kassel, in Austria. L’analisi del Cic è basata sui risultati delle 45 analisi effettuate su 27 impianti (15 di compostaggio, 12 di digestione anaerobica e compostaggio) nell’ambito del progetto “Di che plastica 6”, svolto in collaborazione con Assobioplastiche, Conai e Corepla.

Cic: “Serve migliore comunicazione”

Massimo Centemero, direttore del Cic, spiega al Salvagente, che questa percentuale è possibile “perché se ci sono ancora in giro sacchetti con l’etilene, qualcuno li usa, soprattutto se non c’è una comunicazione adeguata del Comune, di un consorzio. Di questi la gran parte sono sacchetti di ortofrutta, perché il cittadino se li trova in casa e li usa. Adesso con la nuova legge che impone i bioshopper anche per l’ortofrutta, prevediamo un aumento dei sacchetti bio”. Secondo Centemero, “Un sacchetto compostabile dovrebbe avere impresso un logo chiaro, in modo che nessuno si sbaglia”.

Situazione italiana comunque ottima

Ma il direttore del Cic tiene a precisare: “In ogni caso il cittadino italiano fa una raccolta molto buona, da altri parti in Europa la percentuale di compostabile conferito è più bassa. Il contaminante nella carta e nella plastica sono più del 5%“. una percentuale di sacchetti di plastica tradizionale che comunque comporta complicazioni:  “Quando li tira fuori – spiega Centemero – l’impianto ha un aggravio di costo più che proporzionale. Abbiamo calcolato che per ogni punto percentuale di impurità, per l’effetto di trascinamento del materiale, ci sono due punti di scarto. Se in un impianto entra il 5% di impurità, alla fine se ne inficia il 10%“. Per questo, basta usare solo sacchetti di carta o bioplastica, quelli che danno al supermercato, per capirci, per evitare di “contaminare” l’umido.