I dischetti di plastica trovati sulle spiagge del Tirreno sono filtri di un depuratore

Mistero risolto: i dischetti di plastica che da settimane sono stati trovati in più tratti costieri del Mar Tirreno Centrale, con picchi preso l’Isola di Ischia, sul litorale campano  e su quello laziale tra Fiumicino ed Anzio provengono dal cedimento strutturale di una vasca dell’impianto alla foce del Sele. Nel corso dell’intensa attività ricognitiva presso gli assi fluviali (Sele, Mingardo, Lambro, Irno, Tusciano, Volturno, Sarno, Carigliano) ricadenti nel territorio di giurisdizione delle Capitanerie di porto di Napoli, Salerno e Gaeta, è stata accertata, nelle vicinanze di un impianto di depurazione collocato in prossimità della foce del Sele e sugli argini dello stesso fiume, una ingente concentrazione di tali filtri.

Dalle ulteriori verifiche svolte presso il depuratore sospetto, il personale della Guardia Costiera ha potuto accertare l’avvenuta fuoriuscita dei filtri che, a causa di un cedimento strutturale di una vasca dell’impianto, si sono riversati nel fiume Sele per poi confluire nel Mar Tirreno, dove per effetto delle correnti si sono distribuiti lungo le coste della Campania e del Lazio, fino a raggiungere il litorale meridionale della Toscana.

I dischetti di plastica sono dunque filtri utilizzati per la depurazione delle acque reflue, accidentalmente rilasciati da un impianto di trattamento guasto o mal funzionante attraverso lo scarico in mare o nei corsi d’acqua che vi sfociano: era del resto l’ipotesi più accreditata sin da quando, quasi un mese fa, il primo cittadino, l’ischitano Claudio Ciriminna, aveva denunciato la presenza dei dischetti lungo le coste di Ischia.