Olio di palma, Kellogg’s e Pepsi bocciate sulla sostenibilità

“Le multinazionali devono iniziare ad essere trasparenti sulla provenienza e la produzione dell’olio di palma che utilizzano nei loro prodotti”. Greenpeace ha messo sotto osservazione i 16 marchi del Consumer goods forum (Cgf) per verificare il loro impegno nel settore: nessuno può vantare un olio di palma 100% sostenibile. (continua dopo l’infografica)

Quello che l’associazione ambientalista ha valutato è la scelta o meno di rendere noti i nomi  di fornitori e produttori che utilizzano per approvvigionarsi. Si tratta di marchi che hanno già annunciato da diverso tempo di porre fine alla deforestazione entro il 2020 ma il rapporto pubblicato dimostra il netto ritardo con cui si stanno muovendo.

Secondo Greenpeace, General Mills, Unilever, Mars, Mondelēz, Nestlé, Colgate-Palmolive, Procter & Gamble (P & G) e Unilever sono sulla strada verso la trasparenza pubblicando i nomi dei fornitori. Al contrario, Kellogg’s, PepsiCo, Kraft Heinz, Smucker’s, Ferrero, Hershey, Johnson & Johnson e PZ Cussons si sono rifiutati di rivelare tali informazioni.

Il rapporto sostiene che queste aziende “continuano a nascondersi dietro accordi commerciali di riservatezza e riservatezza, firmati con fornitori diretti o partner di implementazione come TFT, oppure per riferirsi alle loro politiche aziendali come una garanzia sufficiente di sostenibilità – tutto ciò serve a nascondere ai clienti la misura della loro complicità nella distruzione delle foreste “.

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