Vaccini: in Toscana, Lazio e Veneto niente certificati

Entro il 10 marzo le famiglie devono presentare alle scuole il certificato che attesta la regolarità vaccinale dei propri figli. Il termine non vale in regioni come il Lazio, la Toscana  e il Veneto, ovvero nelle regioni dove è attivo l’anagrafe vaccinale. In questo caso le scuole hanno inviato alle Asl l’elenco degli alunni e queste hanno entro il 10 marzo comunicano agli istituti scolastici l’esito delle verifiche.  A quel punto le segreterie contatteranno le famiglie inadempienti che avranno tempo fino al 30 aprile per mettersi in regola.

Solo i bambini in regola potranno continuare a frequentare fino alla fine dell’anno scolastico i nidi e le scuole materne, incluse quelle private non paritarie. In caso contrario, il dirigente scolastico comunicherà formalmente ai genitori il diniego di accesso ai servizi: il minore resterà iscritto al nido o alla materna ma potrà tornare solo successivamente alla presentazione della documentazione richiesta.

A partire dalla prima elementare in poi (ovvero dall’inizio della scuola dell’obbligo) in caso di mancata presentazione della documentazione in questione sarà compito del dirigente scolastico segnalare l’inadempienza alla Asl che avvierà la procedura prevista dal decreto legge n.73 del 2017 (articolo 1 comma 4) per il recupero dell’inadempimento ovvero sarà comminata una sanzione amministrativa pecuniaria variabile da 100 a 500 euro.