Telefonia, nuove tariffe. Lo schema delle differenze tra i gestori

In attesa che le indagini della Guardia di Finanza, mandata dall’Antitrust nelle sede delle compagnie telefoniche, verifichino l’ipotesi di coordinamento della variazione dei prezzi, ai consumatori tocca orientarsi tra i cambi di tariffa e servizi che entreranno in vigore entro la data del 5 aprile, imposta dalla legge dello scorso 4 dicembre. Il ritorno alla tariffazione mensile da quella a 28 giorni, infatti, come già raccontato dal Salvagente, nasconde tanti ostacoli. Un aiuto per orientarsi nella scelta arriva dall’Adoc che ha condotto un’analisi delle decisioni assunte dai principali operatori, evidenziando le date previste per il ritorno alla fatturazione mensile, gli eventuali aumenti e i cambiamenti alle soglie di traffico e le modalità per l’esercizio del diritto di recesso, oltre che la disciplina relativa all’acquisto di un dispositivo a rate.

La differenza tra compagnie

In merito agli aumenti, solo Poste Mobile, Tiscali e Kena Mobile non prevedono un rialzo delle tariffe con il cambio di periodicità delle offerte, mentre Tim, Vodafone, Fastweb e Wind Tre prevedono un rincaro dell’8,6%. Oltre l’aumento, Fastweb e Vodafone non rimoduleranno la soglia di traffico voce e dati, per cui a parità di costi il cliente avrà una riduzione dei minuti, degli SMS e dei GB di navigazione utilizzabili. Tim e Wind Tre, al contrario, aggiusteranno l’offerta di traffico proporzionalmente. Va sottolineato il caso di Coop Voce, che non ha mai modificato la periodicità delle offerte.