Le regole del Garante per smart toys a prova di privacy

“Smart toys”, ovvero giocattoli intelligenti, bambole, peluche, robot in grado di  interagire con le persone e con l’ambiente circostante, registrare suoni, scattare foto, girare video e collegarsi con Internet. Dopo la campagna europea, #Toyfail, è la volta del nostra Garante per la protezione dei dati personali che ha diffuso una guida all’uso per ridurre al minimo i casi di violazione delle regole a tutela della privacy di questi giocattoli.

Come? Attenzione a quanto si dichiara al momento della registrazione sul sito o sulla app: non è necessario immettere dati che non siano strettamente necessari al gioco. Oppure, avere l’accortezza di spegnere il giocattolo quando non lo si utilizza. O ancora, controllare sempre le foto e i video che i bambini condividono con l’applicazione. Tutte le regole che ha messo a punto il Garante, le trovate a questo link: in generale bisogna educare i bambini all’uso consapevole di questi giocattoli.

La questione che ha scosso prima gli Stati Uniti e poi l’Europa è stata sollevata un anno e mezzo fa quando due giocattoli sono finiti nel mirino di alcune associazioni dei consumatori americane. Si trattava dalla bambola My friend Cayla e del i-Que Intelligent Robot: questi registrerebbero la voce dei bambini e invierebbero i dati vocali ad un centro specializzato in riconoscimento vocale. Un anno dopo, il Beuc lanciò in Europa la campagna #Toyfail per sollevare l’attenzione dei genitori. Questi dispositivi tecnologici, a volte anche con utili funzioni educative, sono però in grado di raccogliere, elaborare e comunicare dati e informazioni di diverso genere – dalla voce alle password, dalle immagini alle e-mail, fino ai gusti, alle preferenze e alle abitudini non solo del minore ma dell’intera famiglia – e presentano quindi possibili rischi per la privacy, soprattutto quella dei più piccoli.

 

 

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