Non demonizziamo la spirulina, superfood vero, ma il pericolo cinese esiste

I nutraceutici e gli integratori alimentari sembrano apparsi sul mercato da poco tempo e per alcuni versi questo è indirettamente confermato da una loro scarsa regolamentazione sia nazionale che Europea. Eppure degli integratori, le preparazioni erboristiche fatte in maniera magistrale, etc. il genere umano ne ha fatto sempre uso nei secoli scorsi in attesa dei farmaci di sintesi e progettati ad hoc che appaiono da non oltre mezzo secolo.

C’è poco da stupirsi, dunque, del clamore sollevato, anche tra i lettori del Salvagente, dalle segnalazioni dell’autorità alimentare francese, sui possibili effetti avversi della spirulina.

Il superfood del futuro dalla storia antica

Le popolazioni centroamericane facevano uso della spirulina e la consideravano un cibo come tanti altri, tanto da produrre anche delle torte alla spirulina e, oggi il contatto con aziende alimentari porta al suo impiego in percentuali minime nella pasta secca o in prodotti comuni sulla nostra tavola perché può rappresentare il valore salutistico aggiunto di cui si è continuamente alla ricerca.

La spirulina è una microalga, parente stretta dei cianobatteri, nominata nel 1974 come superfood del futuro perché ricchissima di proteine, anche oltre il 60% in peso secco, di sali minerali, di acidi grassi essenziali come gli Omega 6 e di vitamine del gruppo B, ma non della vitamina B12 per cui non è un integratore che torna utile per i gruppi di vegani. Non contiene troppo sodio e invece ci dona selenio, rame, zinco e manganese.

È un vero superfood, le sue proprietà funzionali sono consolidate scientificamente perché agisce nei processi antiinfiammatori e fornisce valutabili e interessanti vantaggi sul metabolismo. Si produce in modo relativamente semplice e i costi sono contenuti, insomma potrebbe competere contro uova, latte, carni etc.

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I rischi di contaminazione

Dov’è il problema allora? Da esperienza personale – ho lavorato a stretto contatto con molte aziende interessate a questo integratore – la spirulina ha delle criticità che vanno monitorate.

Come per ogni integratore, concentrare tutto ciò che è bene per la salute del consumatore porta a concentrare anche dei pericoli che nel loro insieme vanno a creare un rischio da esposizione da dovere valutare attentamente.

La spirulina può essere contaminata da metalli pesanti come arsenico o piombo, del resto si alleva in grandi vasche poco profonde e spesso non protette da agenti esterni, ma può anche essere contaminata da tossine prodotte dagli altri cianobatteri, che condividono l’ambiente di crescita, come le microcistine che hanno ad esempio degli effetti epatotossici o sul sistema digestivo.

Pericolo cinese

A riprova di quanto detto, in numerosi casi i lotti contaminati di spirulina provenivano da zone di produzione a scarso livello di sicurezza, come la Cina o paesi tecnologicamente ancora in fase di crescita, che aumentavano il pericolo per il consumatore finale.

La soluzione esiste, ed è utilizzare come integratore o ingrediente funzionale per alimenti tradizionali, della spirulina certificata per qualità soprattutto verificandone i livelli di sicurezza e di salubrità.

Questo si traduce che i lotti debbono rientrare in valori limite specifici per quanto riguarda i metalli pesanti, la presenza di tossine o anche di altre molecole indesiderate.

Come sempre la qualità del prodotto finito, che sia un alimento o che sia un integratore, dipende sia dalla materia prima utilizzata, ma in questo caso ancora di più dal rispetto delle buone prassi di produzione da parte di chi fornisce la spirulina.

I farmaci in commercio sottostanno a una serie di normative riassunte nel termine Good Manufacturing Practice o GMP (Buone Norme di Fabbricazione) che possono essere riviste per la produzione di integratori e di ingredienti funzionali assicurando che la sicurezza degli stessi sia certificabile e tracciabile.

In conclusione, la spirulina è un potente integratore che ha delle potenzialità per alcuni ancora da esplorare che purtroppo come “si suole dire” si accompagna con dei falsi amici che sono le vere fonti di pericolo e di rischi per il consumatore e la soluzione di buttare l’acqua sporca col bambino ci farebbe perdere i vantaggi dell’integratore per eliminare i cattivi amici che lo accompagnano.