L’insalata all’E coli fa due vittime negli Usa. Gli esperti: “Lavarla non basta, meglio bio”

Un allerta lontano, al momento confinato al di là dell’oceano, che però ci ricorda casi analoghi che hanno spaventato anche l’Europa. La contaminazione da E coli della lattuga romana che ha già fatto ricoverare d’urgenza 60 persone in Stati Uniti e Canada e ha fatto perfino due morti, continua ad agitare le autorità sanitarie e i consumatori nordamericani. Spingendo perfino diversi esperti a chiedere pubblicamente all’opinione pubblica di non consumare quel tipo di insalata cruda.

Può essere interessante, da questa parte dell’oceano, scoprire che oggi le autorità sanitarie statunitensi smentiscono una delle apparenti certezze che avevavamo conservato fino a oggi: il fatto che un semplice passaggio in acqua sia in grado di pulire l’insalata da batteri anche pericolosi. “È davvero difficile rimuovere i batteri dalle foglie di insalata, anche perché organismi come la E coli possono resistere al semplice lavaggio”, spiega James Rogers, direttore della Sicurezza alimentare e della ricerca di Consumer Reports, la più grande e agguerrita associazione dei consumatori nordamericana.

Neppure una breve sosta in acqua e bicarbonato – efficace, questo sì, per eliminare residui di pesticidi – è in grado di assicurare la pulizia da batteri pericolosi come la E coli. E allora come fare per non avere timori di ingerire microrganismi pericolosi?

Inattesa, almeno da parte di un’associazione che non può essere sospettata di simpatie acritiche per il mondo del bio, l’ammissione di Charlotte Vallaeys, Senior Policy Analyst di Consumer Reports che ammette evidenze: ” che le insalate biologiche siano meno vulnerabili all’E coli di quelle convenzionali”.