Ospedali: meno interventi fanno più aumentano i rischi per i pazienti

Il tumore al seno andrebbe operato negli ospedali con almeno 150 operazioni di questo tipo all’anno per avere una migliore riuscita dell’intervento. Esiste ed è “dimostrata un’associazione tra volume di interventi ed esiti delle cure in particolare per la chirurgia oncologica e per la chirurgia protesica”.

A scattare la fotografia della “qualità” della sanità ospedaliera è l’Agenas, l’Agenzia per i servizi sanitari regionali, che ha presentato il nuovo rapporto sul Piano nazionale esiti nel quale, regione per regione, Asl per Asl, ospedale per ospedale, è possibile verificare quanti e quali operazioni vengono eseguite, e il livello di successo. Un rapporto puntuale, interattivo (il portale può essere interrogato secondo diverse modalità) che conferma comunque standard ospedalieri ben superiori a quelli europei.

Dove è preferibile farsi operare

Il dato generale è che migliora l’assistenza ospedaliera italiana (anche al Sud), si riducono i parti cesari (per la prima volta sotto il 25% del totale dei nuovi nati) ma in molte sale operatorie il paziente rischia gorsso perché si fanno pochi interventi per cui non si acquisisce quell’esperienza necessaria per affrontare i casi straordinari e spesso neanche bene l’ordinario.

“Nel 2016 – si legge nel rapporto – 142 strutture ospedaliere eseguono più di 5 interventi chirurgici per tumore del polmone. Tra queste, solo 50 strutture (35%) presentano un volume di attività superiore a 70 interventi annui, senza sostanziali variazioni rispetto al 2015″. Stesso discorso per il tumore al seno, che andrebbe operato in centri con almeno 150 interventi l’anno. Nel 2016, delle 424 strutture ospedaliere che eseguono più di 10 interventi chirurgici per il tumore della mammella, 140 (33%) presentano volumi di attività in linea con lo standard, di contro al 27% dell’anno precedente. Se si passa dalle strutture alle unità operative però si vede che tre su quattro ancora non rispettano gli standard. Anche per il tumore allo stomaco le cifre sono sempre basse, così come per altri tipi di interventi frequenti. “Nel 2016, 749 strutture ospedaliere eseguono interventi di protesi di ginocchio – spiega ancora il raporto Agenas – tra queste, solo 243 strutture (32%) presentano un volume di attività maggiore di 100 interventi annui, coprendo il 76% delle artoplastiche totali”.