E-commerce su siti stranieri, l’Ue: basta prezzi diversi e blocchi

Dal prossimo anno comprare online su un sito di un altro paese europeo costerà quanto in Italia. Commissione europea, Europarlamento e Consiglio d’Europa hanno infatti raggiunto un accordo per vietare il cosiddetto geoblocking, il meccanismo per cui un portale impone restrizioni all’acquisto, come l’aumento dei prezzi, quando non addirittura il blocco all shopping, agli utenti che si collegano da un altro stato.

L’eccezione audiovisivi

A restare fuori dalle nuove regole , i prodotti e i servizi audiovisivi. Per capirci: non si avrà diritto ad attivare Netflix Francia, usufruendo di contenuti non inseriti dal corrispettivo portale italiano, così come iTunes potrà continuare ad interdire gli acquisti di canzoni dall’Italia con i prezzi e le condizioni previste per la Germania. A parte questa eccezione, comprare un giradischi o una lavastoviglie direttamente sul portale online spagnolo dovrà avere lo stesso costo e la stessa procedura per un utente che digita dall’Italia, a parte ovviamente le spese di spedizione che saranno maggiori.

Un fenomeno molto comune

Sebbene sia difficile per il consumatore percepire l’impatto sui suoi acquisti online di un meccanismo di chiusura come il geoblocking, questo tipo di scelte commerciali pesano molto a livello europeo. Tanto è vero che uno studio commissionato da Bruxelles alla società Gfk lo scorso anno ha rivelato come su 72 siti di ecommerce, il 63% applica forme di blocco geografico.Â