Cibo e bambini, sfatiamo alcuni falsi miti

Parlare di bambini e della loro alimentazione è sempre un ottimo argomento di discussione a tavola tra amici. Se anche qualcuno fosse un po’ più timido degli altri, allora si vedrà che sulle leggende e le strane storie che ruotano sugli alimenti per i più piccoli cadono molte delle ritrosie e tutti metteranno sulla tavola la propria opinione. Va sottolineato che il business dei baby food o degli infant food non è proporzionale al peso dei consumatori, anzi i prodotti destinati a queste fasce d’età sono spesso molto specifici, più cari del solito, ciò nonostante le aziende produttrici sono sempre interessate a offrire nuovi prodotti per incuriosire anche i neogenitori. Spesso nei negozi alimentari si sentono richieste di prodotti con o senza qualcosa purché di alta qualità e più sicuri perché servono per il più piccolo di casa ma, talvolta, questo è solo un escamotage per camuffare una maggiore attenzione verso se stessi.

Quello che scelgo per me, preparato con lo stesso amore, va bene anche per svezzare e nutrire il mio piccolo…

FALSO L’Unione Europea oltre a molti altri paesi extraeuropei, ha deciso fin dagli anni novanta di proteggere i più piccoli fra i consumatori con una normativa ad hoc che si è evoluta sempre di più fino ai nostri giorni, concedendo loro uno schermo più forte per quanto riguarda soprattutto gli aspetti di sicurezza alimentare come conservanti, pesticidi, tossine, additivi etc. Un alimento destinato ai nostri bambini o lattanti deve sottostare a limiti molto più restrittivi rispetto a quelli degli adulti per diverse ragioni. I più piccoli hanno dei sistemi di autodifesa ancora poco funzionali, mangiano in proporzione al loro peso corporeo molto di più e hanno una naturale immaturità dell’organismo che li può far trovare in difficoltà nei confronti di alcune sostanze tossiche. La criticità più forte di questo sistema deriva dal fatto che i limiti sono solo per i prodotti destinati ai piccoli fino a tre anni di età. In pratica, si ripete la magia di numerosi film, dal punto di vista della sicurezza alimentare, una volta raggiunta l’età di tre anni e un giorno, i più piccoli di colpo diventano adulti!!

A tavola per mio figlio cucino con pochi aromi e poche spezie e inoltre evito di proporgli troppe verdure altrimenti resta digiuno per tutta la giornata…

FALSO I più piccoli hanno dalla loro un grande vantaggio, ovvero non conoscono tutti i sapori, se c’è un momento in cui possono provarli e apprezzarli è proprio l’età della crescita. Naturalmente, occorre prendere delle precauzioni ovvero spezie e condimenti vanno calibrati per il suo peso e la sua età; dopotutto ricordatevi che un bambino non è un adulto in scala ridotta 1 a 5, ma ha delle esigenze e delle caratteristiche solo sue e che non coincidono completamente con quelle degli adulti. Le stesse verdure che in molti casi, essendo di colore verde, attivano inconsciamente un segnale di pericolo per esempio perché rammentano prodotti avariati, vanno ben presentate. In questo caso chi cucina gioca un ruolo principe nel testare i vari tipi di cottura oppure i diversi vegetali, stando attenti alla loro stagionalità perché sono più ricchi di vitamine, di micronutrienti e anche di sapori. Il bambino è curioso per natura, diamogli la possibilità di scoprire i sapori e di apprezzarli.

Quando pranziamo tutti insieme non è necessario che mio figlio finisca tutto quello che ha nel piatto…

VERO I più piccoli hanno dalla loro la forza dell’istinto e non avendo troppe sovrastrutture – quelle che costringono noi adulti spesso a mangiare per compiacere il cuoco oppure perché abbiamo riempito troppo il piatto servendoci in maniera esagerata – si regolano utilizzando il meccanismo più naturale: la fame. Forzare a finire un pasto può innescare un ricordo negativo del piatto e il suo rifiuto innaturale. In questo modo si confondono nel piccolo i segnali di sazietà che gli arrivano dall’interno, dagli stimoli esterni che vogliono avere a tavola un novello ripulitore di piatti. Salvo i capricci che sono facilmente identificabili, basta dare delle alternative buone, ricche di fibre e sane al più piccolo che così potrà scegliere, abbinare e apprezzare meglio quello che ha sul tavolo. Sarà più semplice in questo modo coinvolgerlo in nuovi piatti. A questo proposito, appena ne hanno le capacità, è sempre importante far partecipare il bambino alla preparazione, conoscerà gli alimenti prima e dopo la cottura, oppure vedrà con i suoi sensi come si possono ottenere tante meravigliose pietanze anche a partire dalle stesse materie prime.

Mio figlio ha meno di tre anni e non gli propongo mai una serie di alimenti come frutti di mare, bevande gasate, crudités, zuccheri in eccesso etc.

VERO E non si tratta di una questione di eventuali intolleranze. Alcuni prodotti rappresentano per i più piccoli degli inutili rischi: frutti di mare o pesci e carne cruda, per esempio, possono introdurre dei contaminanti potenzialmente pericolosi per la sua salute. Vale la pena ricordare che il piccolo è come un’auto in rodaggio per cui deve ancora superare certe tappe per crescere e apprezzare ciò che gli si propone. Naturalmente vanno evitate anche bibite zuccherate o gasate, anche se per qualche festa di compleanno si può fare orecchio da mercante. Occorre evitare anche l’eccesso di sale con le conseguenze che conosciamo poi da adulti. Un consiglio è di evitare i prodotti in scatola perché, se pur sicuri, apportano inutili conservanti o additivi che per il piccolo rappresentano un inutile sovraccarico di sostanze superflue. Cosa c’è di più bello di una torta fatta in casa con ingredienti sicuri e offerta come dolce oppure a colazione prima della scuola?

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