Sagre e feste di paese, le “dolci tentazioni” a cui si può cedere (e quelle da evitare)

Cosa c’è di meglio che addolcire il  ritorno dalle vacanze partecipando a sagre e feste di piazza che uniscono la voglia di fare baldoria con il recupero delle tradizioni enogastronomiche locali?

In questa maniera si riscoprono vecchi piatti, si rivalutano le ricette dei nostri nonni e si riassaggiano sapori e profumi che, come su un tappeto volante magico, ci riportano nella nostra età più bella qualunque essa sia. Eccoci circondati da molti dolciumi e delizie molto spesso belle da vedere, ma comunque da consumare con oculatezza e la giusta misura.

Come sono belle le nuvole nel cielo e lo zucchero filato le ricorda in pieno, alla fine è un dolce peccato di gola da fare senza troppi rimorsi…

VERO Lo zucchero filato forse nasce nel 1700, ma è solo agli inizi del secolo scorso in America che esplode il suo consumo nelle feste per poi arrivare anche in Italia nel 1906. È il tipico prodotto da festa di paese, tant’è che non si trova nei bar e nei supermercati. È prodotto con del semplice zucchero che viene riscaldato al centro della macchina filatrice e fatto fuoriuscire con la forza centrifuga a formare dei fili sottilissimi raccolti sul tradizionale stecco di legno. Se è solo zucchero allora il colore è bianco, ma spesso si usa aggiungere  coloranti o aromi per accontentare i più piccoli sempre alla ricerca di novità. Bisogna essere certi che gli additivi usati siano tutti di ottima qualità, sicuri e adatti al consumo specie per i bambini.

Abusare dello zuchhero filato non è cosa facile, ma ricordiamoci che si tratta pur sempre di zuccheri semplici che in una festa di paese si sommano a bibite gasate, ai dolciumi vari e magari a tante caramelle. Di certo una festa non si può rovinare negando un fiocco di zucchero filato ai bambini e forse, ma dico forse, solo gli adulti potrebbero farne a meno.

Adoro i marshmallow: dolcezza, colori, sapori nuovi. E poi non danno nessun problema…

FALSO I marshmallow erano prodotti già duemila anni fa dagli egiziani utilizzando un estratto della radice di malva, da cui il nome “mallow”, con uno scopo nutraceutico. Nella cara e vecchia Europa crediamo di averli importati dagli Stati Uniti, ma nulla è più errato perché erano già popolari in Francia nel 1800 anche se fatti con gelatina di grano e molta pazienza.

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La nuova vita dei marshmallow riparte negli anni cinquanta negli Stati Uniti con un nuovo processo di fabbricazione che ha reso tutto molto più veloce ed economico. Oggi i marshmallow si fanno per estrusione dei suoi ingredienti che sono profilati con fantasia, sono poi tagliati e impacchettati rendendoli molto popolari fra i più piccoli e anche fra gli adulti che talvolta li amano consumare cotti al calore di un bel fuoco all’aperto. Il ritorno in Europa a questo punto è stato molto facile e favorito dal loro basso costo.

Il consumo durante le feste può essere concesso, ma il loro rischio è nell’abuso perché significa introdurre tante e superflue calorie dovute all’olio di semi, allo zucchero semolato, a quello a velo, ai coloranti e all’amido di mais necessari per produrli. In conclusione, la loro innata leggerezza e sofficità, che ci donano tanta allegria e gioia, nascondono tante inutili calorie e purtroppo anche dei problemi per i denti dei più piccoli.

Riesco a far mangiare della frutta ai miei piccoli durante le feste comprando loro qualche mela caramellata bella rossa e gustosa…

FALSO Le mele rosse che troviamo nelle feste sullo stecco rappresentano la mela della Strega di Biancaneve lucide, rosse e tutte caramellate. È una tipica ricetta di origine americana legata alla festa di Halloween ed è fra i dolcetti più popolari e diffusi. In queste mele, per ognuna si usano circa 130 grammi di zucchero e 15 grammi di miele, a cui vanno aggiunti vanillina e colorante rosso. Occorre caramellare lo zucchero e il miele, poi le mele vanno immerse nel caramello e prima che esso solidifichi si possono aggiungere frutta secca in granella, cioccolata etc. Solo a quel punto la mela è pronta per essere gustata.

Come si può immaginare abbiamo una delizia molto dolce e ricca di zuccheri semplici e certo non parliamo della sana e salutistica mela ricca preziose sostanze utili e di antiossidanti. Un peccato può essere concesso di tanto in tanto, ma i più piccoli imparano in fretta e potrebbero pensare che la mela di Biancaneve sia la vera frutta da consumare quotidianamente.

Queste mele caramellate rappresentano a volte il dazio che gli adulti pagano ai più piccoli per una passeggiata nata solo per far rilassare tutta la famiglia. Ricordiamoci che per quanto possa sembrare incredibile i piccoli sono consumatori ad alto potere di acquisto e infatti vi sfido a negare a un bambino, che punta i piedi e strepita, un dolce o qualsiasi altra cosa quando si fa la spesa.

I prodotti durante le fiere e le sagre sono sicuri come i prodotti industriali o casalinghi per cui posso mangiarli senza alcun problema per la mia salute

VERO E FALSO I cosiddetti “Street Food” hanno un punto debole nella qualità degli ingredienti e delle materie prime utilizzate. La tendenza è quella di cercare un margine di guadagno accettabile talvolta economizzando con l’uso ad esempio di grassi o di oli alimentari poco costosi e quindi meno pregiati da un punto di vista alimentare. Inoltre, anche le vitamine idrosolubili tendono rapidamente a ridursi troppo perché i processi di preparazione e di conservazione non sono sempre i migliori.

Certamente, una festa o una sagra non è il quotidiano modo di alimentarsi, ma è evidente che abusare di questi cibi può dare dei problemi sul lungo termine. A questi aspetti nutrizionali occorre dare il giusto peso agli aspetti igienico-sanitari per cui è sempre bene osservare come sono conservati, come sono toccati, come sono presentati etc. i vari prodotti, perché il rischio di contaminazioni è da tenere sempre ben presente. Infine, può sembrare casuale, ma il tocco femminile che spesso accompagna gli alimenti da strada, assicura una maggiore qualità degli ingredienti e dei prodotti finiti e una loro maggiore sicurezza.

Faccio di tutto per sfuggire al sacchetto di pop-corn perché non credo che sia salutare, ma lui mi raggiunge inesorabilmente….

FALSO Il pop-corn si ottiene dai chicchi di mais riscaldandoli fino a farli esplodere, di solito quelli che vediamo per strada o al cinema si ottengono per riscaldamento con aria calda al contrario di quelli casalinghi che si fanno in padella usando dell’olio. Come tutti i cereali se riscaldati tendono a far uscire l’acqua contenuta all’interno, ma nel mais la pressione diventa così alta che una volta scoppiati originano la loro tipica forma bianca molto caratteristica.

Il problema è nell’uso di abbondante sale, che peraltro stimola la voglia di bere nei cinema, o di zucchero, aggiunto quasi sempre dai venditori. Oggi sono facili da trovare i pop-corn caramellati, al cioccolato o con miele; sono queste aggiunte che rendono i pop-corn un prodotto da godersi una tantum e sempre senza consumare dei veri e propri mastelli colmi fino in cima. Ricordiamo, citando il grande Totò, che “è sempre la somma che fa il totale” e per somma intendiamo zuccheri semplici, sale, grassi etc. consumati durante una semplice festa di paese.