Spotify “graziata” dall’Antitrust

L’Antitrust gioca la carta dell’approccio morbido nei confronti di Spotify Italy S.rl., la società attiva nel settore della musica via web segnalata per una condotta poco trasparente con riferimento ai nuovi abbonamenti. L’istruttoria aperta si è infatti conclusa, al momento, non con una sanzione ma con l’impegno di Spotify a rendere chiari i suoi messaggi promozionali.

La condotta sotto osservazione

Il procedimento (che resta comunque in corso in attesa di verificare che Spotify mantenga le sue promesse) concerne la condotta che la società ha posto in essere nella procedura web di acquisto dei servizi “Spotify Premium” (nelle due versioni che prevedono il pagamento mensile o annuale) e “Premium for Family”.
In entrambi i casi viene contestato alla società di non fornire un’informazione chiara e comprensibile in merito al fatto che, azionando il pulsante di attivazione, presente nella pagina web disponibile per ogni servizio, il consumatore starebbe inoltrando un ordine di acquisto, con cui si vincolerebbe contrattualmente da quel preciso istante.

Fuorvianti risultano infatti le locuzioni presenti sui pulsanti da cliccare: su quello del servizio “Premium” (mensile) è riportato “Inizia il periodo di prova e paga dopo 30 giorni”, mentre su quello del servizio “Premium” (annuale) è indicato soltanto “Avvia il mio Spotify Premium”, così come sul pulsante del servizio “Premium for
Family” compare la locuzione “Avvia Premium for Family”.
Queste locuzioni così generiche non garantiscono che il consumatore comprenda in pieno le conseguenze dell’azionamento di quel determinato pulsante, su cui, pertanto, l’obbligo di pagamento dovrebbe essere chiaramente espresso.

Inoltre, nel caso di “Premium for Family”, è ambiguo anche il riferimento ad un periodo di prova, di cui non si precisano termini e condizioni.

Le promesse di Spotify

Ai rilievi dell’Authority, Spotify ha risposto presentando una proposta di impegni, rendendosi disponibile a modificare le formulazioni riportate sui pulsanti relativi ai suoi Servizi, con locuzioni ben più chiare, come “Acquista” (es. Acquista Spotify Premium) o “Procedi all’acquisto”, “Ordina e paga”, “Paga”.

Non conosci il Salvagente? Scarica GRATIS il numero con l'inchiesta sull'olio extravergine cliccando sul pulsante qui in basso e scopri cosa significa avere accesso a un’informazione davvero libera e indipendente

Sì! Voglio scaricare gratis il numero di giugno 2023

Anche il riferimento al periodo di prova sarà meglio specificato, utilizzando la locuzione “Inizia il periodo di prova e paga dopo [x, ovvero la durata della prova] giorni”.

UNC, Dona: “Spotify è stata graziata!”

Ma le associazioni dei consumatori non sono soddisfatte di questo risultato.
“E’ scandaloso che si chiudano questi procedimenti con dei semplici impegni, vista la gravità dei fatti accertati. Spotify è stata graziata!” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.

“Una società che ha acquisito nuovi clienti in modo poco chiaro, giocando anche sulla ben nota tecnica della cosiddetta ‘prova gratuita‘, andava sanzionata! Anche considerando i suoi guadagni, visto che ha chiuso un bilancio al 31 dicembre 2015 con ricavi pari a circa 17 milioni di euro” prosegue Dona.

“Se vogliamo che in Italia decolli finalmente l’e-commerce è importante che le procedure di acquisto siano sempre più chiare e comprensibili e che, quando il consumatore aziona un pulsante di attivazione sia reso perfettamente consapevole del fatto che sta inoltrando un ordine di acquisto, con cui si vincola contrattualmente. Per questo bisognerebbe sempre considerare che le sanzioni dell’Antitrust sono importanti, anche perché fungono da deterrente per tutte le big company del web” conclude Dona.