L’Altra Italia: a Rimini con Esplora lo sport è senza barriere

“Ciao Fiore, grazie per gli sforzi che fai per i miei figli, devo a te molto della loro crescita”. Fiore è Fiorenzo Fantini, anima di Esplora, l’associazione sportiva che fa ‘giocare’ ragazzi con difficoltà e questo è solo uno dei messaggi di auguri che ha ricevuto per il suo compleanno: poche parole che racchiudono il senso del grande lavoro che il gruppo porta avanti a Rimini da alcuni anni, tenendo sempre presente un obiettivo: “La cultura del noi”, come ribadisce Fiore. (continua dopo la foto)

Esplora è un’avventura iniziata nel 2009 ma con le radici nell’esperienza trentennale di Fantini che, in modo pionieristico, già nel 1986 – con una laurea all’Isef in tasca – proponeva progetti incentrati su sport e tempo libero rivolti a ragazzi con disabilità. Attraverso un insieme di attività e collaborazioni in un territorio come quello riminese, ricchissimo di esperienza nel sociale – “il primo in Italia per densità di popolazione dal punto di vista dell’offerta”, sottolinea Fantini, arriva Esplora, anche su spinta dei servizi sociali dei comuni che da tempo collaboravano con l’insegnante di educazione fisica ed educatore sociale. (continua dopo la foto)

“Quella di Rimini è una provincia che offre molte opportunità per ragazzi con bisogni diversi ed è per questo che tante famiglie, da varie parti di Italia, si trasferiscono qua, perché sanno che troveranno opportunità che altrove non esistono”, spiega Fantini. Mentre snocciola tutte le attività che Esplora fa con i ragazzi: sia bambini che giovani, fino ai 45 anni: “Lavoriamo su progetti e per ognuno di questi ci rivolgiamo all’esperto o agli esperti che lo porteranno avanti e questo vale per tutto ciò che riguarda lo sport e il tempo libero”.

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Basket, minibasket, bicicletta, vela, canoa, baseball, nuoto, calcio, roller sono solo alcune delle tante attività che Esplora svolge con i ragazzi. “Noi lavoriamo solo con la disabilità cognitiva; abbiamo fatto questa scelta, anche perché siamo convinti del fatto che le disabilità non possano essere mescolate. Il disabile cognitivo, più che fare sport dal punto di vista della competizione e dell’agonismo, fa sport per intrattenere relazioni e per incentivare le proprie autonomie”, spiega Fantini. E questo è uno degli obiettivi principali di Esplora: “Ad esempio, il progetto ‘Due ruote per la città’ è finalizzato ad aiutare i ragazzi a muoversi da soli; insegniamo loro i tragitti che fanno più spesso, come utilizzare eventualmente Google maps se ne sono capaci, oppure li istruiamo sin modo che sappiano chiedere aiuto: insomma, forniamo loro tutto quel bagaglio di informazioni che li possono rendere maggiormente autonomi e quindi più gratificati”. Va da se’ che gli obiettivi raggiunti diventano anche un grande sostegno per le famiglie. Importante, sempre dal punto di vista del rafforzamento delle autonomie,  organizzare delle uscite con i ragazzi, delle gite, delle vacanze. (continua dopo la foto)

Ed Esplora ha effettuato in passato e in programma per il futuro tantissime iniziative: “Tre anni fa in un gruppo di 35 siamo stati a Roma in bicicletta, poi a La Verna a piedi, abbiamo fatto una gara di Triatlon da porto Sant’Elpidio a Rimini..”. E di recente un gruppo di una settantina di persone, compresi alcuni genitori, è stato di vacanza a Dobbiaco: “In questi casi chiediamo la collaborazione delle famiglie, ricordando loro che la nostra regola è sentirsi parte del gruppo, non concentrarsi sul proprio figlio ma, al contrario, aiutare gli altri e lasciare il proprio libero di sperimentarsi”, racconta Fiorenzo. Che aggiunge: “Questi genitori sono degli eroi, hanno dei figli che non cresceranno mai del tutto, ma devono entrare nella logica del gruppo, nella cultura del noi: è la mia utopia e mi pare che stiamo riuscendo a raggiungerla…”. “Elimina un po’ dei tuoi bisogni, guarda l’altro, qualunque sia la tua situazione”, è ciò che Fiorenzo ripete. E con lui i suoi collaboratori: “I risultati sono frutto del lavoro di tutto il gruppo, ci tengo a sottolinearlo”. E lo sport vince, perché “se è vero che è un valore aggiunto per tutti, figuriamoci per chi ha disabilità”: “Dipende sempre dall’obiettivo che ci si pone: se io sono un maratoneta e faccio una maratona sarò forse meno soddisfatto di un ragazzo con difficoltà che la fa, perché lui non credeva di riuscirci”. (continua dopo la foto)

Sebbene le attività siano improntate sul gioco, i ragazzi partecipano anche a delle gare: “Ne facciamo molto spesso, confrontandoci con associazioni che lavorano con la nostra stessa modalità”. Un esempio sono i Giochi olimpici speciali, organizzati dalla Special Olympics, che restano sempre giochi, ma hanno la dimensione di una grande manifestazione multisportiva. E allora si parte, si sta insieme, ci si confronta e si torna con competenze in più: “Tanti dei nostri ragazzi che hanno acquisito professionalità ci aiutano nelle attività da offrire ai più piccoli, ad esempio”. “Forse Esplora nasce per questo”, si legge nel sito di presentazione dell’associazione: “… Cercar bellezza, scoprirla se nascosta, e per farlo non temere di osare!”.

*Le foto pubblicate in questa pagina sono state scaricate dalla pagina Facebook dell’Associazione