Dopo McDonald, anche Burger King dice stop agli antibiotici negli allevamenti (ma solo per il pollame)

Dopo McDonald, il principale rivale nel campo dei fast food a livello internazionale, Burger King annuncia il progressivo taglio di antibiotici per gli allevamenti avicoli di cui si serve, fino allo stop definitivo entro la fine del 2018. Restaurant Brands International, società madre di Burger King ha promesso di tagliare l’uso di antibiotici nella fornitura di pollo per le proprie catene di ristoranti.

I rischi per la salute

Lo riporta il portale Usa Consumerist, secondo cui nell’ultimo rapporto sulla sostenibilità, la società dichiara: “Riconosciamo che gli antibiotici giocano un significativo e delicato ruolo nel benessere degli animali e per la salute umana”, riferendosi al fatto che il continuo uso di questi medicinali sul bestiame contribuisce allo sviluppo di batteri resistenti agli antibiotici, rendendo i farmaci meno efficaci o inutili, anche per chi consuma la carne in questione. come denuncia il rapporto sulla resistenza agli antibiotici dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’analogo report dell’Efsa.

In Italia bene Coop e Amadori

Un numero crescente di catene di fast food negli ultimi anni hanno rinunciato o ridotto l’utilizzo degli antibiotici nelle carni utilizzate. McDonald, Wendy, Chick fil-A, KFC, Taco Bell e Pizza Hut, tra questi. Anche l’italiana Amadori, produttrice di carni e fornitrice di MacDonald ha eliminato l’uso di antibiotici nella linea Campese, e una scelta analoga hanno fatto anche Guidi, Fileni, Valverde, Coop, per i propri prodotti avicoli. Rimane però tutta da giocare la partita per ridurre l’uso di antibiotici in carni bovine e suine da parte delle maggiori catene di ristoranti e fast food mondiali.