Totò, Peppino e… la Grimaldi

“Villino indipendente stile liberty “cielo terra”, di ampia metratura, disposto su tre livelli con terrazzo e giardino circostante. 3 bagni, 7 locali, 1 terrazzo…). Certo il prezzo è di quelli impegnativi, 499mila euro, ma trattandosi di una zona abbastanza ricercata di Roma, il Pigneto, perché non sognare?

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Attratta dall’annuncio di una agenzia del gruppo Grimaldi la nostra lettrice I. C. decide di prendere un appuntamento. E da qui inizia un tour allucinante, ma decisamente istruttivo.

LA PRIMA SORPRESA

La prima scoperta della nostra lettrice è che nella foto viene raffigurato non il villino interessato ma quello accanto, in condizioni ben più decenti. Piccola furbizia, si dice la donna, e decide di continuare la visita. Viene illustrato l’appartamento e i vani che lo compongono. A richiesta le viene consegnata la mappa catastale. Decisamente differente dalla composizione osservata.

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Dopo qualche giorno di riflessione, la lettrice incuriosita dalle differenze tra la mappa catastale e quanto ha osservato, ci spiega i suoi dubbi. Decidiamo di osservare di persona e le chiediamo di fissare un secondo appuntamento. Questa volta andiamo anche noi a visitare l’appartamento. Chiediamo, ovviamente, più informazioni e, piano piano, emerge una realtà da brividi: i due vani seminterrati (con tanto di bagno) sono a uso cantina, una parte dell’appartamento non è sanato (e non potrebbe esserlo ora), alcune opere fatte sul primo piano non sono mai state dichiarate (e avrebbero bisogno perfino del permesso della sovraintendenza).

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nel riquadro giallo la parte del villino effettivamente in vendita

 

“Io mi sono fidato”

L’agente di fronte alle nostre osservazioni ammette candidamente che solo quella mattina ha scoperto le irregolarità (l’appartamento è in vendita da oltre 20 giorni e le mappe catastali erano in agenzia). Tenta di scusarsi: “Io mi sono fidato delle dichiarazioni del venditore” è la sua versione. Logico, comprenderete, chiedersi come abbia potuto iniziare una vendita in queste condizioni.

Il venditore tenta un’acrobazia difficile: “Noi stiamo cercando un acquirente che abbia immaginazione”. Più che di immaginazione ci verrebbe da osservare, servirebbe molta incoscienza per non vedere quante “grane” può comportare un acquisto del genere. E c’è da dubitare che la banca a cui un ipotetico acquirente dovesse chiedere il mutuo ne avrebbe…

Dulcis in fundo il famoso giardino circostante che circostante non è, dato che è davanti e dietro il villino, ma che va diviso con il proprietario di un piccolo laboratorio di imbottigliamento di olio. Quale sarà la parte che spetta a chi acquista? Il venditore improvvisa: “Più o meno fino a qua” spiega, indicando una zona “immaginaria”.

Gabetti: “Accerteremo i fatti”

Fine della visita. Ma non della nostra curiosità. È il turno di chiedere a Grimaldi (o meglio a Tree Real Estate che ne ha il marchio, assieme a quello Gabetti e altri) come possa ammettere tante violazioni da parte di un’agenzia in franchising.

Dopo un paio di giorni di riflessione arriva una mail dall’ufficio stampa Gabetti.

“A seguito della vostra segnalazione in merito all’ipotetico comportamento non corretto da parte di uno dei nostri Affiliati, sono state attivate le opportune verifiche interne nei confronti dell’Affiliato stesso, per accertare i fatti e che non siano stati violati i princìpi e la policy che il nostro marchio impone a garanzia dei clienti.

Abbiamo un canale di ascolto continuo con tutti i nostri clienti, che possono scrivere a [email protected] oltre a contattare le sedi territoriali del Gruppo e la sede centrale Grimaldi. Un servizio creato appositamente per garantire il rispetto delle normative vigenti nonché della deontologia professionale in tutte le nostre agenzie che, ricordiamo, rappresentano società indipendenti a tutti gli effetti e che, utilizzando il nostro brand, sono tenute a mantenere inviolati i nostri princìpi e la nostra mission”.

“Altro che fidarsi, il venditore è responsabile”

In attesa che Gabetti chiarisca quello che sembra abbastanza evidente e magari impedisca che una vendita in questa maniera faccia “vittime”, noi abbiamo chiesto a Cristiano Iurilli, docente della facoltà di giurisprudenza e medicina (medicina legale) dell’Università di Roma Tor Vergata, e legale di Konsumer Italia di aiutarci a capire di più la liceità di questi comportamenti.

“Innanzitutto – ci dice – questa è una palese pratica commerciale scorretta, in quanto caratterizzata dall’ingannevolezza del messaggio pubblicitario“.

Prosegue il professor Iurilli: “Vorrei però entrare nel merito delle dichiarazioni fatte dall’agente e relative all’“essersi affidato” alle dichiarazioni del venditore: l’agenzia immobiliare ha precisi obblighi contrattuali e precontrattuali nei confronti di tutti coloro i quali vengano in contatto con essa. L’intermediario non può affidarsi a ciò che afferma più o meno lecitamente o più o meno dolosamente il venditore, ma ha un preciso obbligo di valutare la rispondenza di quanto affermato alla reale situazione di fatto e di diritto dell’immobile, pena una responsabilità per il risarcimento di tutti  idanni patiti e patiendi sia da un eventuale promissario acquirente (quali la perdita di chance) sia da parte dell’eventuale acquirente, il quale si troverebbe ad acquistare un bene difforme da quello presentato dall’agente”.

Una bella responsabilità, non c’è che dire. Che dovrebbe mettere in guardia tutti coloro che imboccano vie scorrette per la vendita degli immobili. Ma che, purtroppo, spesso è ignorata dalle agenzie immobiliari.