I consumatori al Parlamento: “Non tagliate la sicurezza stradale”

“Caro deputato non votare gli emendamenti che tagliano i fondi per la sicurezza stradali ‘dirottando‘ i proventi delle multe ad altri scopi e non più a garantire una perfetta illuminazione nelle strade, segnaletica in ordine e manti regolari“. Si può riassumere così la lettera che cinque associazioni dei consumatori – Aeci, Codacons, Codici, Konsumer Italia e Primo consumo – hanno inviato ai membri della Camera dei Deputati dove è in discussione l’approvazione della Manovra fiscale correttiva (AC 4444). 

Tra gli emendamenti fiscali presentati, denunciano i consumatori, ci sarebbero in particolare 4 proposte (18.6 Misiani, 18.34 Cirielli, 21.09 Misiani e 25.09 Castelli) che di fatto toglierebbero l’obbligo – spesso, va detto, inevaso – per i Comuni di investire i proventi delle contravvenzioni al codice della strada per potenziare la sicurezza stradale. Ricordiamo che ogni anno muoiono circa 3mila cittadini: nel 2015 i decessi sono stati 3.428.

La lettera-appello: “Non votate quegli emendamenti”

Scrivono nella loro lettera-appello le cinque sigle: “Il Parlamento con l’ultima riforma del codice della strada (legge n. 120/2010), ha avuto il merito di introdurre innovative misure in materia di destinazione dei proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie, al fine di assicurare risorse certe da destinare alla manutenzione delle strade e alle dotazioni di sicurezza: segnaletica orizzontale e verticale, barriere, asfalto. La Corte dei Conti – da ultimo lo scorso anno – ha richiamato all’ordine tutti quei Comuni che pur incassando molti soldi dalle multe non ne fanno l’uso previsto dal codice preferendo utilizzarli per altre finalità che, sebbene legittime (ma purtroppo non sempre è così) nulla hanno a che fare con la sicurezza stradale”. E nonostate le risorse per la sicurezza stradale già oggi siano molto esigue proprio perchè già sottratte al loro originario scopo, alcuni parlamentari hanno presentato degli emendamenti per togliere del tutto il vincolo di spesa per i Comuni.

No alle multe come “bancomat” dei comuni

Nulla quindi può “giustificare la scelta di alcuni parlamentari di legittimare l’utilizzo delle multe da parte delle amministrazioni locali come un “bancomat”, sulla pelle dei cittadini onesti” L’auspicio allora “è che gli emendamenti segnalati dai gruppi parlamentari – in particolare le proposte 18.6 Misiani, 18.34 Cirielli, 21.09 Misiani e 25.09 Castelli – non trovino il favore dei colleghi, né tantomeno del Governo, e che siano quindi respinti“.