L’Adroterapia, l’ultima frontiera contro i tumori, finalmente non è più per pochi

Il cuore del Cnao di Pavia e il macchinario dell'adroterapia

Un’ottima notizia. L’inclusione nei Lea, i Livelli minimi di assistenza, il 18 marzo scorso dell’adroterapia contro il cancro è la fine di una lunga discriminazione verso i malati di gran parte delle regioni italiane. Fino a oggi, infatti, avevano accesso diretto solo i residenti in Lombardia e in Emilia-Romagna.

Una terapia innovativa e “salva-vita” contro i tumori, definita così anche in Gazzetta Ufficiale. Eppure praticamente sconosciuta in Italia e ignorata, almeno fino a oggi, dai servizi sanitari regionali di 18 Regioni su 20. L’adroterapia non è una cura in fase sperimentale, né una cura compassionevole. La differenza non è irrilevante. Tutt’altro.

In Italia esiste un istituto d’eccellenza mondiale in cui si pratica: il Cnao di Pavia, il Centro nazionale di adroterapia oncologica. Qui si trattano tumori non operabili e resistenti alla radioterapia tradizionale. Entrato in attività nel settembre del 2011, è uno dei pochi centri al mondo in grado di effettuare l’adroterapia sia con protoni che con ioni carbonio, un trattamento avanzato che sfrutta i principi della fisica della particelle.

LA CHANCE

I pazienti che possono avvalersi dell’adroterapia sono quelli che non rispondono o rispondono non completamente alla radioterapia convenzionale. Spesso hanno tumori che si trovano in profondità all’interno del corpo o sono circondati da tessuti sani estremamente sensibili alle radiazioni, come gli occhi, il nervo ottico, il tronco cerebrale, il pancreas o l’intestino.

Nel 2016 al CNAO è stato avviato il trattamento per i tumori pediatrici.

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Tutti questi tumori che per posizione o stato sono inoperabili e inattaccabili, sono invece il bersaglio delle cure effettuate a Pavia.

I risultati clinici ottenuti, pur nei limiti del breve periodo di osservazione, dimostrano consistenti elementi di efficacia. Nel settembre 2015, intervistata dal nostro giornale, la dottoressa Francesca Valvo, direttore medico del Cnao, aveva chiarito: “Tenuto conto del fatto che il periodo di osservazione dei pazienti trattati è ancora breve (il primo malato è arrivato nel Centro di Pavia nel 2011), possiamo dire che l’adroterapia ha bloccato il tumore (ne ha arrestato la crescita) nella maggior parte dei casi con percentuali comprese tra l’87% e il 91%”.

LE 10 INSERITE NEI LEA

Di tutte le patologie che il CNAO può trattare, 10 sono state inserite nei nuovi LEA. CNAO sta lavorando con le istituzioni per poter ampliare l’utilizzo dell’adroterapia all’interno del Sistema Sanitario Nazionale.

  • cordomi e condrosarcomi della base del cranio e del rachide,
  • tumori del tronco encefalico e del midollo spinale,
  • sarcomi del distretto cervico-cefalico, paraspinali, retroperitoneali e pelvici,
  • sarcomi delle estremità resistenti alla radioterapia tradizionale (osteosarcoma, condrosarcoma),
  • meningiomi intracranici in sedi critiche (stretta adiacenza alle vie ottiche e al tronco encefalico),
  • tumori orbitari e periorbitari (ad esempio seni paranasali), incluso il melanoma oculare,
  • carcinoma adenoideo-cistico delle ghiandole salivari,
  • tumori solidi pediatrici,
  • tumori in pazienti affetti da sindromi genetiche e malattie del collageno associate ad un’aumentata radiosensibilità,
  • recidive che richiedono il ritrattamento in un’area già precedentemente sottoposta a radioterapia.

 

FISICI, INGEGNERI E MEDICI

La collaborazione tra tre discipline ha permesso la nascita di questo polo sanitario. In questo istituto infatti gli oncologi lavorano a stretto contatto con fisici e ingegneri. E lo fanno seguendo le strade più virtuose, dato che il Cnao è una fondazione senza scopo di lucro istituita dal ministero della Salute nel 2001. Una realtà che proprio per i risultati che è in grado di conseguire, vengono a “copiarci” da tutto il mondo. E, una volta tanto, non è neppure costata un’enormità alle casse dello Stato. La realizzazione del centro ha richiesto un investimento di 135 milioni di euro, il 50% in meno rispetto ad altri poli di ricerca all’estero. Tant’è che molti centri hanno chiesto al Cnao di collaborare per realizzare progetti “gemelli”. Tra questi Vienna, Dallas, OsiJek (Croazia), Phoenix, San Francisco.

Un’eccellenza mondiale presa ad esempio all’estero ma poco sfruttata proprio dove è nata.

COME FUNZIONA

L’adroterapia è una forma evoluta di radioterapia. A differenza di quest’ultima, però, che utilizza prevalentemente raggi X ed elettroni, utilizza fasci di protoni e ioni carbonio per colpire il tumore. Si tratta di particelle più potenti ed efficaci nel distruggere le cellule cancerogene che resistono alla radioterapia. Con l’adroterapia, inoltre, si colpiscono in modo mirato solo le cellule tumorali, con ricadute negative limitate sulla qualità della vita a differenza di ciò che accade con la radioterapia che irradia tutti i tessuti, anche quelli sani.

Per farlo il Cnao utilizza un sincrotrone, ovvero un grande e complesso acceleratore di particelle, frutto della tecnologia italiana, che scompone gli atomi e dirige i fasci di particelle sui tessuti tumorali. L’intero edificio del Cnao di Pavia è stato pensato in funzione del sincrotrone, riproducendo un Cern in miniatura, con un macchinario di forma circolare, un diametro di 25 metri e una circonferenza di 80 metri. L’intero irradiamento dura pochi minuti e il numero delle sedute varia a seconda della patologia. Il ciclo completo di trattamento può durare, a seconda dei casi, da 2 a 6 settimane con una seduta al giorno per 4/5 giorni a settimana. I medici e i tecnici del Centro nazionale di adroterapia oncologica definiscono per ciascuna persona la corretta posizione sul lettino, che deve essere riproducibile per ogni seduta di trattamento ed è studiata per consentire la maggior precisione possibile del raggio che colpirà i tessuti tumorali.

Il fascio che colpisce le cellule del tumore è un “pennello” che agisce con una precisione di 200 micrometri (due decimi di millimetro). Nella maggior parte dei casi l’adroterapia presenta un rischio inferiore di effetti collaterali rispetto alla radioterapia, ma non è completamente priva di tossicità

QUANDO RICORRERE ALL’ADROTERAPIA

Il Cnao tratta casi che non hanno reale alternativa di cura e che rientrano nei 23 protocolli clinici autorizzati dal ministero della Salute, per i tumori che colpiscono:

  • sistema nervoso centrale (gliomi ad alto grado, gliomi a basso grado) base cranica (cordomi e condro-sarcomi, meningiomi);
  • occhio e orbita (melanoma oculare e altri tumori rari che toccano la congiuntiva, le ghiandole lacrimali o i tessuti nervosi o connettivali);
  • testa e collo (adenocarcinomi, carcinomi adenoidei cistici, sarcomi, melanomi mucosi);
  • tumori di origine epiteliale (come i carcinomi spino-cellulari per tumori in fase avanzata);
  • seni paranasali e cavità nasali.
  • ghiandole salivari.
  • distretto addominale (fegato e pancreas per tumori in fase avanzata).
  • distretto pelvico (prostata – per tumori ad alto rischio; retto – per le recidive).
  • ossa e tessuti molli (sarcomi).