Olio di palma non sostenibile, Nestlé costretta alle scuse

Un’inchiesta firmata dall’associazione “Rainforest action network” ha dimostrato il coinvolgimento di Wilmar, il più grande fornitore mondiale di olio di palma, nella deforestazione dell’Indonesia. Un’evidenza, documentata con immagini registrate via satellite, che ha costretto la multinazionale Nestlé a fare un passo indietro: “Siamo molto preoccupati per le accuse di Rainforest action network – ha detto a Foodnavigator.com Cornelia Tschantré, responsabile della comunicazione di Nestlé –  Una delle aziende individuate dal Ran, PT. Agra Bumi Niaga, fa parte di una catena di fornitura e stiamo lavorando a stretto contatto con i nostri fornitori più grandi, tra cui Wilmar, per capire a fondo le accuse”.

La certificazione Rspo? Una cortina fumogena

Nestlé e Wilmar fanno entrambe parte della Tavola Rotonda sull’olio di palma sostenibile (Rspo): accuse come quelle contenute nel rapporto di Ran non fanno altro che dare sostegno all’ipotesi sostenuta da Amnesty International secondo cui le aziende utilizzano la certificazione come ‘una cortina fumogena’  per coprire lo sfruttamento del lavoro minorile nelle piantagioni.

Nestlé: prenderemo provvedimenti

“Se troviamo che i nostri fornitori e sub-fornitori – conclude la Tschantré – non soddisfano le nostre esigenze, anche per quanto riguarda la deforestazione, prenderemo provvedimenti. Wilmar ha già sospeso temporaneamente il suo acquisto indiretto di olio di palma da PT. Agra Bumi Niaga. Discuteremo con Rainforest action network per capire come porre fine alle pratiche illegali e distruttive.”