Radiazioni “mediche”, un rischio sempre utile? Lo studio della Toscana

L’esposizione principale dei cittadini alle radiazioni ionizzanti è quella legata alla diagnostica medica: ma qual è il giusto equilibrio tra necessità e rischio? Per stabilirlo e valutarlo correttamente, la Regione Toscana ha realizzato per la seconda volta il progetto “Valutazione della dose da esposizioni mediche alla popolazione della regione Toscana”. I risultati dello studio sono stati presentati stamattina nel corso del convegno “Radiazioni ionizzanti a scopo medico”, che si è tenuto a Firenze e illustrati poi nel corso di una conferenza stampa dall’assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi, assieme a Lorenzo Livi, Università di Firenze, ordinario di Radioterapia oncologica al Dipartimento di scienze biomediche, sperimentali e cliniche, direttore Radioterapia oncologica di Careggi, e Antonio Traino, direttore UO Fisica sanitaria Azienda ospedaliero universitaria Pisana.

La principale fonte di esposizione artificiale a radiazioni ionizzanti a cui è soggetta la popolazione dei paesi sviluppati, si legge in una nota diffusa, è costituita dalle esposizioni di tipo medico. La valutazione della dose da radiazioni ionizzanti dovuta alle esposizioni mediche è un modo indiretto per considerare non solo l’appropriatezza delle indagini radiologiche, ma anche l’ottimizzazione dell’esecuzione degli esami e l’obsolescenza del parco apparecchiature.

Esposizione in crescita

Lo studio ha valutato la quantità di radiazioni dovute ai 150 esami (su 230) responsabili del 98% dell’esposizione totale. Gli esami presi in considerazione riguardano la radiodiagnostica (tomografia computerizzata, radiologia tradizionale, radiologia interventistica e mammografia) e la medicina nucleare diagnostica.
Se l’esposizione media è risultata pari a 1,7 millisievert di dose efficace pro-capite, con un lieve trend di crescita rispetto alla precedente indagine relativa al 2006 (1,5 millisievert), ma in sostanziale accordo con i dati di altre regioni e con i dati europei, è interessante notare come il maggior contributo alla dose derivi dalla tomografia computerizzata con il 77% della dose collettiva totale. Questo risultato si spiega con un incremento dell’utilizzo di questa tecnica che, in virtù di un imponente e rapido sviluppo tecnologico, rende oggi possibile eseguire in pochi secondi esami con un elevato contenuto diagnostico, spesso indispensabile a definire il corretto percorso terapeutico dei pazienti.

“Maggiori benefici ma tutelare al meglio i pazienti”

In conclusione, scrive in una nota la Regione Toscana “appare chiaro come, senza voler mettere in discussione le procedure diagnostiche in cui vengono impiegate radiazioni ionizzanti, l’utilizzo delle quali ha prodotto e produce nella comunità un beneficio di gran lunga superiore al rischio ad esse connesso, una valutazione periodica della dose alla popolazione appare sicuramente utile, se non necessaria, all’implementazione di politiche rivolte ad una sempre migliore giustificazione ed ottimizzazione delle procedure al fine di tutelare sempre meglio i cittadini della nostra regione”.