L’Onu contro i pesticidi: uccidono, inquinano e non servono alla produzione

La conferma di quanto gli ambientalisti denunciano da anni e i consumatori temono da sempre, arriva da un rapporto degli inviati speciali dell’Onu per il Diritto al cibo, Hilal Elver, e per le Sostanze tossiche, Baskut Tuncak. Ed è piombato come un macigno  al Consiglio per i Diritti umani delle Nazioni Unite a Ginevra dove è stato presentato ufficialmente lo studio (qui l’originale in inglese).

200mila morti l’anno

I pesticidi usati in agricoltura causano 200.000 morti all’anno nel mondo, quasi tutti nei paesi in via di sviluppo, quasi interamente per avvelenamento acuto. Soprattutto donne incinte e bambini che vivono vicini ai campi irrorati.

Non solo, gli esperti hanno anche smentito che siano necessari per garantire l’aumento della produzione agricola per una popolazione in crescita.
Eppure, prosegue il rapporto “si ritiene comunemente che l’agricoltura intensiva industriale, che si basa pesantemente sui pesticidi, sia necessaria per aumentare i raccolti per sfamare una popolazione mondiale in crescita”. Una convinzione sbagliata, secondo gli inviati dell’Onu: “Nei 50 anni passati, la popolazione globale è più che raddoppiata, mentre la terra arabile disponibile è aumentata solo del 10%”.

Negazionismo interessato

I pesticidi causano danni ormai dimostrati scientificamente, secondo l’Onu: inquinano l’ambiente, uccidono o fanno ammalare le persone, destabilizzano l’ecosistema alterando il rapporto fra prede e predatori, limitano la biodiversità.

Ad esempio i pesticidi neonicotinoidi, secondo Tuncak e Elver, sarebbero i responsabili del crollo sistematico nel numero di api in tutto il mondo. Una diminuzione che minaccia le basi stesse dell’agricoltura, essendo il 71% delle specie coltivate frutto in parte dell’impollinazione di questi insetti.

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Ma le aziende del settore agricolo e dei pesticidi hanno adottato “una negazione sistematica della grandezza del danno portato da queste sostanze chimiche, e tecniche di marketing aggressive e non etiche rimangono incontrastate”.

Per l’Onu “un trattato generale che regoli i pesticidi altamente pericolosi non esiste”. Eppure, “senza, o con un uso minimo di sostanze chimiche tossiche, è possibile produrre cibo nutriente e più sano, senza inquinare o esaurire le risorse ambientali”.