Sono in pensione, se mi trasferisco negli Usa pago le tasse in Italia?

Caro Test-Salvagente,

mio fratello ha scritto più volte tanto all’Inps che all’Agenzia delle Entrate, purtroppo senza risposta. È un ufficiale di marina in ausiliaria e dal 1 settembre 2017 saro’ amministrato dall’Inps che sta considerando di trasferirsi definitivamente negli Usa dove vive il figlio con la sua famiglia (e possiede già la carta verde). La domanda era la seguente: emigrando definitivamente e trasferendo la residenza sarà ancora soggetto a pagare le tasse sulla pensione in Italia?

Amgelo Callini

 

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è sorprendente che nessuna delle Istituzioni interpellate abbia risposto esaurientemente alle sue reiterate richieste di informazioni. Di fatto, sulla questione della detassazione delle pensioni, negli ultimi mesi, si è notevolmente “accentuata” l’attenzione di alcune forze politiche. Va sottolineato che le pensioni italiane sono tra le più tassate in Europa e in questa poco invidiabile classifica risultiamo al quinto posto e, rispetto ai primi quattro, con servizi sociali poco soddisfacenti.

Punto fondamentale delle convenzioni internazionali, bilaterali o multilaterali che siano, è costituito dalla detassazione delle pensioni nel Paese di erogazione del trattamento e la conseguente tassazione in quello di effettiva residenza. A tale proposito, ricordiamo che per essere considerati “residenti” all’estero non si deve essere stati iscritti all’Anagrafe delle persone residenti in Italia per più di 183 giorni (o 184 negli anni bisestili) e non si deve avere avuto domicilio o dimora in Italia per più di metà anno. Risultare titolare di una green card, il possesso dell’abitazione e il ricongiungimento coni familiari potranno risultare di notevole aiuto al fine di legittimare appieno la domanda.

Secondo la legislazione italiana chi possiede redditi prodotti in Italia è generalmente tenuto, anche se residente all’estero, a dichiararli al Fisco con il modello Unico, salvo eventuali casi di esclusione espressamente previsti in applicazione della legislazione stessa. Premesso che in campo previdenziale, si deve fare ancora molto per garantire ai cittadini la piena equiparazione tra pensioni pubbliche e private specie in riferimento alla totalizzazione dei periodi assicurativi, a nostro avviso, la vigente convenzione sulle doppie imposizioni con gli Stati Uniti, in quanto pensionato che risiede stabilmente all’estero , le consentirebbe di chiedere all’INPS la sua applicazione per ottenere la detassazione del trattamento pensionistico con tassazione esclusiva nel Paese di residenza o, in alternativa, l’applicazione del trattamento fiscale più favorevole.

Per quanto ci risulta, e le consigliamo di rivolgersi a un Patronato per maggiori ragguagli, l’interessato dovrebbe presentare alla sede INPS competente cui è in carico la pensione l’apposito modello CI 531-EP in lingua inglese – facilmente ottenibile sul sito dell’Istituto – e chiedere la non-tassazione, totale o parziale, della propria pensione. Naturalmente il modello dovrà anche riportare l’attestazione di effettiva residenza fiscale rilasciato dall’ IRS, ovvero dalla competente Autorità tributaria statunitense (Mod. 6166).

Negli Stati Uniti, alle tasse federali si aggiungono, quelle statali, se dovute, e in taluni casi quelle ai Comuni di residenza. Eppure, potendo detrarre buona parte delle spese sostenute durante l’anno, spesso è il fisco americano ad essere in debito con il contribuente. Ciò che più colpisce del sistema fiscale USA è il diverso “rapporto ” esistente tra fisco e cittadino. La scadenza della dichiarazione dei redditi, il cosiddetto tax day, non è vista e vissuta con ansia e paura, ma si basa sulla fiducia data al contribuente che, in certe situazioni, impossibilitato a pagare, può anche chiedere una “proroga” senza essere assoggettato a sanzioni. Almeno sino a prova contraria, e allora, in caso di dichiarazioni fraudolente, sono guai!

Paolo Onesti