Coop: dopo l’allarme Oms si mangia meno carne rossa

CARNE MALATTIE CARDIACHE

A un anno esatto dall’allarme lanciato dall’Oms sulla carne rossa – il consumo frequente sarebbe associato all’insorgenza di alcuni tumori – gli italiani rinunciano a salsicce, bistecche e insaccati. Secondo il Rapporto Coop, sulla base dei dati Nielsen, il consumo in un anno è calato del 4% (-2,2% nella sola Gdo) e il consumo giornaliero si è “ridotto” a 210 grammi a persona circa la metà di quanta carne rossa si mangiava negli anni Ottanta. A bilanciare questo calo ci sono i legumi e i “salumi” vegetali. coop_carne_rossa

Crollano i wurstel e la Simmenthal

Nello specifico, crollano i wurstel (-16,4%) subito seguiti dalla carne in scatola -9,9%, dalla carne rossa -2,8% e dal prosciutto crudo -2,4%. Mangiamo insomma meno carne rossa, che cerchiamo almeno in parte di sostituire con carni alternative come quelle bianche +0,5%. E tra le preparazioni fresche, le più scelte sono carni di animali da cortile e dei conigli che crescono del 3%, seguite anche dal pollame fresco +1,1%.

Chi cresce nel carrello

Nel carrello invece crescono gli acquisti di legumi. Stando ai dati Coop-Iri le vendite nella grande distribuzione di legumi freschi, conservati e secchi aumentano dell’1,5%. Proprio i legumi rientrano nei proteici vegetali che in totale crescono dell’1,2%. Sempre in cerca di proteine aumenta anche il consumo delle uova (+0,9%) e crescono i formaggi e latticini che registrano un + 0,4%. Un aumento che comunque non compensa il calo nel lungo periodo di cui si parla nel Rapporto Coop 2016: se tra il 2000 e il 2009 consumavamo al giorno a testa 353 grammi, tra il 2010 e il 2016 si è passati a 338 grammi al dì, per persona.

La riscossa dei salami…vegetali

Pur di evitare la carne gli italiani scelgono anche i succedanei. Stando ai dati Iri, i salumi vegetali hanno registrato nell’ultimo anno una crescita del 180%, coprendo oggi lo 0,4% delle vendite a volume. Aumentano anche gli acquisti di sostitutivi vegetali del formaggio, che salgono del 3,8%, coprendo una quota del mercato del 3%.