Vuoi fare il pilota di moto per le Fiamme Oro? Niente tatuaggi

C’era una volta un concorso bandito dal ministero dell’Interno, per l’assunzione di 25 atleti di varie discipline, da assegnare ai gruppi sportivi della Polizia di Stato/Fiamme Oro. E c’erano quattro giovani piloti, che aspiravano all’unico posto disponibile per un atleta motociclista. A graduatoria fatta e approvata, sono arrivati tre ricorsi, presentati da altrettanti piloti, ovviamente i tre esclusi.

Fin qui sembrerebbe una storia di ordinaria amministrazione, se non fosse che il Tar del Lazio ha accolto uno dei ricorsi.

Così il concorso

Il 20 gennaio 2015 il ministero dell’Interno ha bandito un concorso per rinforzare le file degli atleti delle Fiamme Oro, il corpo sportivo della Polizia di Stato. Si assumevano 25 atleti, fra i quali un pilota di moto specializzato in velocità su pista. Gli sportivi sarebbero stati inquadrati nel ruolo di agenti e assistenti della Polizia di Stato.

Partite le selezioni, i piloti vi hanno partecipato inviando alla Federazione Motociclistica Italiana (FMI) i titoli, vale a dire i risultati conseguiti negli ultimi 12 mesi. Perché il modulo con la segnalazione doveva essere compilato dalle federazioni competenti, che avrebbero dichiarato gli “atleti d’interesse nazionale” e che avrebbero certificato i risultati ottenuti.

Per il computo del risultato, il bando aveva previsto una griglia di punteggi, funzione della rilevanza dei campionati e delle posizioni ottenute.

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Il 14 maggio dello stesso anno, con un decreto del Capo della Polizia, veniva approvata la graduatoria, che vedeva vincente il pilota Enea Bastianini con 25,75 punti. Dietro di lui, Federico Caricasulo (21,60), Marco Faccani (20,70) e Alessandro Tonucci (20,30).

I ricorsi

Il primo è stato quello di Alessandro Tonucci, che riscontrava come il vincitore Bastianini avesse un tatuaggio su un avambraccio di rilevanti dimensioni (15×7 cm). Un’immagine che sarebbe ben visibile con la divisa estiva, e che per questo sarebbe incompatibile con le norme d’accesso ai concorsi per la Polizia di Stato. Tonucci nel suo ricorso denunciava anche presunte anomalie nell’attribuzione dei punteggi agli altri due concorrenti.

Il secondo a ricorrere è stato Federico Caricasulo. Anche lui ha sollevato la questione del tatuaggio sull’avambraccio di Bastianini. Ma ha pure contestato come la FMI lo abbia invitato a presentare solamente 11 risultati; mentre a Tonucci sarebbe stato concesso di presentarne 18 (alcuni anche di gare non portate a termine, perché caduto) e a Bastianini 19.

Da ultimo è arrivato il ricorso di Marco Faccani, tornato pure lui sulla questione del tatuaggio con una motivazione aggiuntiva: “il Bastianini non si era presentato nel giorno e nell’ora stabiliti per l’espletamento dei prescritti accertamenti di idoneità psico-fisica”.

 

Le valutazioni del Tar del Lazio

Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha riunito i tre ricorsi in un’unica trattazione. Avuta conferma di come effettivamente il Tonucci in due occasioni non avesse portato a termine la gara, ha respinto il suo ricorso dato che non avrebbe comunque messo il pilota in condizione di vincere il concorso; quindi si è configurato il “difetto d’interesse”.

Il Tar ha invece accolto il ricorso di Federico Caricasulo nella prima parte, quella relativa all’inidoneità di Enea Bastianini per il tatuaggio. Il Tribunale, in particolare, ha rilevato come il pilota tatuato sia stato successivamente sottoposto a una visita medica d’idoneità dalla Commissione esaminatrice in data 23/4/2015, e che in quell’occasione abbia presentato un certificato di uno specialista in chirurgia plastica datata 21/4/2015 attestante che il tatuaggio era in fase di rimozione. Per questo la Commissione lo aveva ritenuto idoneo.

Una decisione errata secondo il Tar, per il quale i requisiti di partecipazione a un concorso devono essere posseduti dal candidato al momento della scadenza della domanda di partecipazione, e non possono essere maturati successivamente, per non violare la par condicio con gli altri concorrenti.

Dunque -ha concluso il Tar-, essendo il tatuaggio in questione ben visibile all’atto della visita, e dovendo i requisiti di idoneità essere posseduti dal candidato all’atto della selezione concorsuale, e non in epoca successiva, la circostanza evidenziata dall’Amministrazione non costituisce valido supporto del giudizio di idoneità psicofisica espresso”.

Escluso Enea Bastianini dal concorso, il Tribunale Amministrativo Regionale ha respinto anche il ricorso di Marco Faccani. E a questo punto, sebbene le argomentazioni di Federico Caricasulo sul computo dei suoi punteggi siano state giudicate parzialmente non accoglibili dal Tar, il suo ricorso è stato comunque accolto, e il vincitore del concorso è lui.

Enea Bastianini, il ministero dell’Interno e la Federazione Motociclistica Italiana dovranno ora sborsare 1500 euro ciascuno, per rifondere a Federico Caricasulo le spese di lite.

Un tatuaggio sull’avambraccio di un pilota è stato dunque determinante per escluderlo dal concorso, la legge è legge. Resta però l’alone sgradevole di tre ricorsi in cui vengono anche additate possibili disparità di trattamento nel computo dei punteggi. E questo non piacerebbe davvero al barone De Coubertin. Che si torni a parlare di sport!