Aumenti a tradimento e cambi di tariffa: clienti contro operatori di telefonia

FASTWEB wind TIM

Caro Test-Salvagente,

in merito all’articolo sugli aumenti tariffe internet TIM,  sull’opzione SMART mi e vi domando: ma possono farlo anche ai vecchi clienti con un contratto che dice 39 euro al mese ???
Grazie

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Caro Test-Salvagente
la contatto per informarvi di come la Wind tratta i propri clienti. Soprattutto quelli che come me che sono clienti di Wind, dal 2002.
Il 27/10/2016 c.m. ho ricevuto un sms in cui mi si diceva che a causa delle mutate condizioni di mercato dal 27/9/2016 il mio piano tariffario cambiava e diventava Wind 2 Senza Scatto.
Potevo recedere o passare ad altro operatore senza penali entro il 26/10/2016.
Mi è sembrato un vero e proprio abuso. È normale chiedere di cambiare un piano tariffario, così in meno di un mese? Ed è normale che le regole si cambino  in corsa?

Quando si fanno i contratti non dovrebbero avere una durata illimitata? Poi la cosa che mi ha sorpreso di più è stata la possibilità di cambiare operatore senza costi e penali. Non ero abituato ad affermazioni del genere!!
Mi è sembrato un invito a cambiare operatore.
Poi ho contattato il loro call center, meno male che ho trovato delle operatrici gentili e disponibili, che mi hanno detto che in ogni caso dovevo cambiare il piano tariffario. Ho chiesto di avere come vecchio cliente delle condizioni migliori ma… prendere o lasciare!

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Roberto Milantoni
San Salvo (Ch)

 

virgolette aperturaCare lettrici e cari lettori,

di lettere come quelle che pubblichiamo qui sopra, inviate da utenti arrabbiati con le variazioni unilaterali dei contratti, ne arrivano in redazione tante, troppe. E a finire tra gli “imputati” di scarsa cura del cliente sono un po’ tutti, non solo Tim e Wind.

Dal punto di vista delle regole, ci conferma Valentina Masciari, responsabile  del servizio utenze di Konsumer Italia, c’è poco da fare: “Si tratta della tipica variazione unilaterale, che è consentita ai vari gestori e che si accetta nel momento in cui si sottoscrive il contratto”.
“L’unica via d’uscita è il recesso consentito dalla stessa regola – aggiunge la Masciari – entro 30 giorni ma ci sono stati, in questo periodo, degli interventi da parte dell’Autorità garante per le telecomunicazioni in merito alla questione, che ha sottolineato l’inadeguatezza delle comunicazioni rispetto alle normative (art.70/71 del Codice delle comunicazioni elettroniche) e comunque la poca chiarezza di tutta la procedura”.
Che si tratti di una procedura poco chiara è poco ma sicuro. Vorremmo però aggiungere qualcosa di più. Possibile che la telefonia debba essere uno dei pochissimi settori in cui le regole generali non valgono? E per regole intendiamo quelle di un contratto che fissa una tariffa, tranne poi cambiarla quando si vuole (e, badate bene, solo quando si tratta di aumentare l’esborso ai consumatori).virgolette aperturaSarebbe ora che Autorità e compagnie telefoniche iniziassero a ragionare su questo aspetto mettendosi, una volta tanto, nei panni di un cliente che si sente tradito da operazioni di questo genere.