Privacy, rubavano i dati dei bambini: multate Mattel e Hasbro

Multe per 835mila dollari per tre produttori di giocattoli e una emittente televisiva Usa, perché usavano delle “esche” scorrette per carpire i dati dei bambini che visitavano i rispettivi siti. Si tratta di Mattel, l’azienda produttrice di Barbie, Hasbro. che produce i trasformers, Jumpstart (giochi di ruolo tra cui Neopets), e la media company Viacom (che detiene tra le altre reti Mtv) Secondo il procuratore generale di New York, i soggetti sanzionati raccoglievano i dati personali dei minori grazie a cookie e altre tecnologie di tracciamento. 

La legge a tutela dei minori

Gli Stati Uniti vietano ai siti web rivolti ai bambini di meno di 13 anni di età di raccogliere informazioni personali su di loro senza il permesso dei genitori, mentre in Europa da maggio scorso la stessa soglia è fissata a 16 anni. Assicurando che le indagini su altri portali continuano, il procuratore generale Eric Schneiderman ha detto alla Bbc: “Io non voglio che ci sia un dossier su qualsiasi bambino che può essere utilizzato in seguito truffarlo.”.

Le multe

Nello specifico, le aziende coinvolte sono: Mattel, della quale è stato trovata una tecnologia di tracciamento sui siti di Barbie, Hot Wheels, Fisher-Price, Monster High, Ever After High e Thomas & Friends. E ‘stata multata per 250mila dollari.  Anche Viacom utilizzava tecnologia di tracciamento sui suoi siti Nick Jr e Nickelodeon, che contengono pagine per spettacoli televisivi tra cui Dora l’esploratrice, Spongebob Squarepants e Teenage Mutant Ninja Turtles. E ‘stata multata per 500mila dollari. Analoga accusa per Hasbro sul suo sito di promozione delle armi giocattoli Nerf. La ditta non è stata multata, mentre sul sito Neopets di Jumpstart, è stato trovato anche un re a un plug-in che ha inviato i dati dei visitatori a Facebook: 85mila euro di multa. Le aziende hanno tutte firmato un accordo per eseguire la scansione dei loro siti alla in futuro, in modo da evitare il ripetersi delle pratiche illegali. Chissà cosa verrebbe fuori se un’indagine del genere venisse eseguita dalle autorità italiane sui siti per bambini del nostro Paese.