Codacons: “Il Quirinale metta il caporalato in agenda”

“Il tema del caporalato attiene direttamente ai consumatori, perché sono proprio i consumatori, al momento dell’acquisto, che possono scegliere da chi comprare, promuovendo quelle realtà che offrono precise garanzie sul fronte del lavoro”. Con queste parole, il presidente del Codacons Carlo Rienzi, commenta l’iniziativa del settimanale Left che ha lanciato una petizione su change.org,  a cui aderisce anche il Test, con cui chiede al presidente della Repubblica,  di visitare una delle baraccopoli dove i braccianti stranieri vivono ai margini delle campagne in cui lavorano. “Saremmo felici se la più alta carica dello Stato prendesse a cuore la questione dello sfruttamento del lavoro e la inserisse nell’agenda del Quirinale perché è un importante richiamo per le istituzioni e la politica”.

“Urgente certificazione etica”

Il Codacons ne approfitta per ricordare che assieme alla fotografa Tiziana Luxardo e alla Cia ha realizzato un calendario di denuncia sul fenomeno,e ritiene “un dovere morale e sociale sostenere l’acquisto dei prodotti derivanti da quelle imprese agricole che sono  in regola con le leggi e i contratti di lavoro, dando attuazione a quanto previsto dal Decreto Legge Competitività del 2014”. In tal senso, spiega Renzi,  “Abbiamo presentato lo scorso dicembre un emendamento  al ddl di contrasto al caporalato, che mira a boicottare quei prodotti provenienti da aziende sprovviste del bollino etico del Ministero dell’Agricoltura. Per la lotta al caporalato- continua il presidente di Codacons – a nostro parere, la certificazione etica per i lavoratori è  presupposto imprescindibile; prezzo etico, certificazione etica del lavoro, controlli puntali per reprimere l’illegalità devono coniugarsi con interventi mirati al sostegno delle attività agricole. Solo così sarà possibile sostenere la legalità e aiutare quelle aziende impegnate contro lo sfruttamento del lavoro”.