Rc-auto, ecco perchè è così cara per le moto

Il caro assicurazione che affligge le due ruote? Colpa dell’indennizzo diretto che nell’ultimo biennio è “costato” agli utenti 56 milioni di euro in più. A puntare il dito contro il sistema di risarcimento in vigore dal 2007 è l’Ancma, l’Associazione nazionale ciclo motociclo e accessori aderente a Confindustria, che ha commissionato uno studio alla Luiss che dimostra come “il risarcimento diretto tra veicoli non omogenei distorce il mercato assicurativo, penalizzando soprattutto le due ruote“.

Le compagnie si rifanno sui motociclisti

Con la riforma introdotta nel 2007, il conducente che subisce un incidente, non viene più risarcito dalla compagnia del responsabile, bensì dalla propria; quest’ultima riceve poi un rimborso dall’assicurazione del conducente che ha provocato l’incidente. Il dare e l’avere tra le compagnie è regolato dalla Stanza di compensazione gestita dalla Consap che ogni anno stabilisce quanto spetta alla compagnia del danneggiato se nell’incidente il paraurti si è rotto o la forcella si è squilibrata a seguito di un tamponamento e via elencando.

L’assicurazione del responsabile quindi non versa alla compagnia del danneggiato l’importo erogato al danneggiato bensì una cifra forfettaria che, lamentano i costruttori, è inferiore a quella necessaria per riparare il danno. E come si rifà la compagnia che ha versato di più? Aumenta  le tariffe. Per tutti.

Premuti: “Riforma dei forfait oppure aboliamoli”

La  riforma del sistema dei forfait è da anni richiesta, al governo e al Parlamento, da parte dell’Antitrust e anche le associazioni dei consumatori ne chiedono da tempo una radicale rivisitazione. “Così come sono stati concepiti producono solo dei sovraccosti che le assicurazioni scaricano sugli utenti”, attacca Fabrizio Premuti, presidente di Konsumer Italia ed esperto assicurativo. “Occorre sempre di più avvicianare il costo delle riparazioni a quello del forfait altrimenti meglio abolirli”.

Lo studio mette in evidenza quattro principali distorsioni. Scrivono gli autori del rapporto:

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1.   Il meccanismo dell’indennizzo diretto – che nel suo complesso ha generato effetti positivi sulle tariffe e sui tempi del risarcimento  – produce evidenti effetti distorsivi quando l’incidente coinvolge veicoli appartenenti a categorie differenti;
2.   Siccome, nella maggior parte dei casi, gli incidenti motociclistici coinvolgono veicoli appartenenti ad altra categoria (prevalentemente autovetture), il settore delle due ruote risulta penalizzato, con un conseguente aumento delle tariffe assicurative: i dati Consap evidenziano che gli incidenti motociclistici, nell’ultimo biennio, sono costati alle compagnie 56 milioni di euro in più rispetto ai costi che avrebbero generato in assenza del sistema del risarcimento diretto;
3.   Il risarcimento diretto è un sistema iniquo perché riversa sugli assicurati motociclisti i costi generati dagli assicurati di altre categorie;
4.  Il solo modo per annullare alla radice l’effetto distorsivo sopra descritto è quello di eliminare o riformare il meccanismo dei forfait, oppure, più radicalmente, eliminare l’intero sistema del risarcimento diretto.

Il peso dei periti di infortunistica

In Italia il costo di una polizza è in media superiore dell’86% rispetto alle tariffe dei principali paesi europei e corrisponde al 56% del costo di gestione del veicolo; incide, in media, fino al 50% del prezzo di acquisto di uno scooter; ancora molto seria, inoltre, è la segmentazione geografica: assicurare un motociclo in Campania costa tre volte tanto rispetto al Friuli Venezia Giulia.

“Chiediamo al governo – ha spiegato il  presidente di Ancma, Corrado Capelli – di intervenire tempestivamente sul problema del risarcimento diretto, attraverso una modifica normativa, che consentirebbe di eliminare alla radice un sistema iniquo, che aggrava la già delicata situazione dei costi assicurativi, principale barriera all’acquisto dei veicoli prodotti dalle nostre aziende”.

Se una riforma del meccanismo è invocata da tutte le parti in causa, occorre anche valutare i costi che il risarcimento diretto ha concorso a ridurre e quanti di questi non sono stati “condivisi” con gli assicurati. “Gli extracosti vanno eliminati – conclude Premuti – ma non dimentichiamoci che sono comunque inferiori ai circa 550 milioni che si pagherebbero alle agenzie di infortunistica stradale per competenze ed onorari, che il risarcimento diretto ha eliminato“.