Inchiesta, il lato oscuro del web: la mala education

Qual è il rapporto con la rete dei nostri figli? Quali opportunità e che rischi corrono, soli nel mare del web, come sono quasi sempre quando con il loro smartphone, col pc o col tablet navigano senza rete?

La nostra inchiesta sul lato oscuro del web si è aperta con un servizio su Ragazzi e sesso, ha affrontato il cyberbullismo e si conclude con scuola e Internet
La nostra inchiesta sul lato oscuro del web si è aperta con un servizio su Ragazzi e sesso, ha affrontato il cyberbullismo e si conclude con scuola e Internet

Test-Salvagente ha iniziato nel numero in edicola un viaggio in questa realtà, con un servizio sulle baby sitter digitali, ossia sulla tendenza molto forte in estate di lasciare i bambini a giocare con tablet, telefoni e simili. E ora ha deciso di condurre i genitori in un’inchiesta sugli aspetti più oscuri (ma non certo infrequenti) del web. Un viaggio in tre puntate. Dopo la ricerca su internet e sesso, il servizio sul cyberbullismo, è la volta dell’educazione.

MEDIOEVO CULTURALE

Non sanno cosa sia un consultorio e parlano di misteriose lavande da fare con la Coca-cola per non rimanere incinte. Una specie di Medioevo di ritorno quello in cui vivono – iper-tecnologizzati – gli adolescenti di oggi. Se poi si aggiunge la convinzione diffusa che quando si fanno girare video con contenuto erotico, senza permesso degli interessati, la colpa è di chi è stato filmato e magari meno di chi ‘socializza’ il video, il quadro si fa ancora più complicato.

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Di certo questi ragazzi sono confusi e visto che dichiarano di andare a cercare video porno in rete per “capire” meglio cosa è il sesso (vedi la prima puntata della nostra inchiesta) è evidente che qualcosa manca: l’educazione sessuale, nelle sue due imprescindibili componenti, quella legata alla salute e quella legata all’affettività.

APRIRE LA SCUOLA AL SESSO

La scuola pubblica dovrebbe essere il luogo in cui dare ai ragazzi gli strumenti necessari per decodificare i messaggi, sia per il ruolo Heterosexual paireducativo che la scuola ha, sia perché non tutte le famiglie possono essere in grado farlo, secondo Ilaria Bonato, pedagogista e antropologa che si occupa di pornografia e immaginario adolescenziale: “Laddove la scuola lo fa, gli effetti si notano”. Errato impostarla solo dal punto di vista sanitario, che è fondamentale, certo, perché non bisogna abbassare la guardia sulle malattie a trasmissione sessuale. Importante però che il focus non sia solo negativo e sia apra a quegli aspetti della vita a cui la sessualità è legata, al mondo delle relazioni, delle emozioni e dell’affettività. Perché è da lì che tutto il resto si muove.

Basta leggere le linee guida europee prodotte dall’Ufficio regionale per l’Europa dell’Oms per capire cosa si dovrebbe fare, secondo Bonato. Tradizionalmente l’educazione sessuale si è concentrata sui “potenziali rischi della sessualità come le gravidanze indesiderate e le infezioni sessualmente trasmesse” ma oggi è importante adottare un approccio “olistico”, come si legge nel documento. “basato sul concetto di sessualità come un’area del potenziale umano” perché “un approccio olistico fa sì che bambini e ragazzi  possano vivere la sessualità e le relazioni di coppia in modo appagante e allo stesso tempo responsabile”.

LA BUENA EDUCACIÓN

condomGli effetti positivi di una corretta educazione sessuale sono evidenti nei paesi in cui da anni viene fatta. E lo dimostra un recente rapporto realizzato dall’Oms da cui si evince che chi negli ultimi tempi (Germania, Kazakistan, Finlandia e Pasi Bassi) ha investito ulteriormente in questo senso ha visto aumentare l’uso di contraccettivi e diminuire le gravidanze indesiderate e le malattie.

In Italia, però siamo ancora indietro. E i muri invece che essere abbattuti, vengono fortificati. Basti pensare a come a suo tempo, la deputata Paola Binetti definì le line guida europee: “Un documento indistinguibile da un manuale di corruzione dei minori, nonostante il lessico voglia apparire scientificamente fondato”.

POLITICA TIMIDA

Ma per fare un passo avanti è proprio la politica a doversi muovere, per Bonato, perché “non si può lasciare un compito così importante solo alla buona volontà degli insegnanti che ci credono, spesso contrastati dalle famiglie”, sbotta la studiosa. Negli ultimi decenni dei tentativi di proposte di legge per portare l’educazione sessuale nelle scuole sono stati fatte, ma nessuno è andato a buon fine, da quella di Alberta De Simone a quella di Franco Grillini. Nei giorni scorsi la proposta di legge della deputata di Sel Celeste Costantino per un’educazione sentimentale è arrivata alla Camera; all’inizio dell’anno la deputata di Forza Italia Giuseppina Castiello ha presentato una nuova proposta di legge per introdurre l’insegnamento dell’educazione emotivo-sentimentale nei programmi scolastici e la deputata del M5S Silvia Chimienti una su dell’educazione all’affettività, alla sessualità consapevole e alla parità di genere. Resta la speranza che le proposte si concretizzino in leggi.