Class action, l’appello M5S: “Il Senato approvi la legge”

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“Il Senato approvi la legge sulla class action!”. Dopo l’appello delle associazioni dei consumatori, è il Movimento 5 Stelle a riaccendere i fari su quello che è ormai uno dei più grandi diritti negati ai cittadini italiani: l’azione di classe, meglio nota con il nome di class action, un baluardo giuridico dei paesi anglo-sassoni. È passato più di un anno e un mese dall’approvazione alla Camera all’unanimità della proposta di legge n. 1335, che riforma l’attuale azione di classe rendendola più funzionale. Ma ad oggi giace ancora in Senato, insabbiata in Commissione Attività produttive e giustizia. Nonostante alla Camera sia passato con i voti favorevoli di Pd e M5S, il ddl è finito nel dimenticatoio perché evidentemente “la maggioranza ha altri propositi e pensa solo al modo migliore per mantenere lo status quo”. A denunciarlo sono i senatori del M5S che hanno indetto ieri pomeriggio una conferenza stampa a Palazzo Madama per chiedere l’approvazione definitiva al Senato della proposta di legge sulla class action.

Bonafede: “Una battaglia di civitlà”

“Si tratta semplicemente di una battaglia di civiltà e di democrazia che permetterebbe a tutti i cittadini, e non solo alla categoria dei consumatori, di mettersi insieme per veder riconosciuti diritti omogenei rispetto ad una situazione simile che li ha danneggiati”, ha spiegato il deputato 5 Stelle Alfonso Bonafede primo firmatario della proposta di legge. “La leggenda metropolitana per cui tutti si metterebbero a fare causa – ha proseguito – non regge perché è previsto un doppio filtro da parte del giudice che dovrà prima valutare la fondatezza dell’azione di classe. Nel momento in cui l’azione viene approvata si apre una finestra temporale di 180 giorni in cui tutti i cittadini che ritengono di aver subito un danno possono aderire, ma sarà un altro giudice a valutare le singole adesioni. Non si tratta quindi di una legge che invita chi fin’ora non ha fatto causa a intentarla, ma è semplicemente uno strumento che permette a cittadini che vogliono far valere uno stesso diritto di mettersi insieme”.

“Non si capisce perché dobbiamo prendere dal mondo anglo-sassone solo le cose negative come il Trattato transatlantico sul commercio che non piace ai cittadini, mentre quelle positive come la class action ci fanno paura e le respingiamo”, incalza Laura Castelli, capogruppo M5S, ricordando come una legge del genere permetta a cittadini liberi e indipendenti di mettersi insieme contro illeciti eclatanti come i recenti casi di Banca Etruria o di Volkswagen.

Le novità della legge

Quali sono le principali novità rispetto all’azione di classe attualmente in vigore? Prima di tutto lo strumento si sposta dal Codice del consumo al Codice di procedura penale e questo vuol dire che potrà essere usato non solo per gli illeciti di natura contrattuale, ma per tutti gli illeciti. Anche per quelli in ambito civile, andando così a snellire e velocizzare la mole di contenziosi che affollano i tribunali italiani.

Inoltre, nel caso in cui il proponente decida di rinunciare all’azione, gli aderenti possano scegliere di portare avanti la causa facendola propria oppure iniziarne una nuova usando come base di partenza le fattispecie di quella precedente arricchite con eventuali ulteriori elementi.

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Il danno punitivo non è previsto, ma Alfonso Bonafede spiega che alla Camera c’è un’altra proposta di legge a suo nome sui danni patrimoniali che introduce il danno punitivo per il danneggiato defunto. “Se questa legge sarà approvata si aggiungerà a quella sulla class action che non avrà bisogno di essere modificata”, ha spiegato il deputato pentastellato. La legge sulla class action non fa altro che riconoscere finalmente l’esistenza di diritti collettivi ed omogenei, abbattere costi e tempi della giustizia, garantendo un accesso più facile in situazioni di piccole violazioni che ad oggi restano impunite poiché il singolo cittadino rinuncia a qualsiasi azione. E questo fin’ora non ha fatto altro che agevolare le aziende scorrette e fare il gioco di lobby e poteri forti.

Lannutti: “La migliore legge possibile”

“Ritengo che questa sia la migliore legge possibile sull’azione di classe – ha commentato Elio Lannutti, presidente di Adusbef -. Nel lontano 2007, con altre associazioni dei consumatori, stilammo una legge sulla class action che venne approvata con la Finanziaria ma poi slittò di 6 mesi e con la caduta del governo Prodi non se ne fece più nulla. Oggi, se ci fosse questo strumento, non avremmo bisogno di passare sotto le forche caudine degli arbitrati che decidono se concedere o no l’elemosina al pensionato di turno truffato dalle banche”.

Vedremo se l’appello del Movimento 5 Stelle e la lettera sottoscritta da diverse associazioni dei consumatori e inviata qualche giorno fa ai senatori per invitarli ad approvare la legge sortiranno un effetto positivo tale da “disincagliarela legge arenata al Senato.